Giovedì 18 Aprile 2024

Legno venduto per finta: 20 milioni di fatture false. Due imprenditori nei guai

Auditore, facevano affari con 48 aziende che abbattevano così il loro reddito imponibile. La Guardia di Finanza ha sequestrato beni per 300mila euro

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Auditore (Pesaro e Urbino), 26 novembre 2014 - Dichiarazione fraudolenta mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici, omessa dichiarazione, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e distruzione di documenti contabili sono i reati contestati dalle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Pesaro nell’ambito dell’operazione “Legno finto”.

L’indagine trae origine da due verifiche fiscali eseguite dai militari della Compagnia di Urbino nei confronti di altrettante imprese con sede ad Auditore e operanti nel settore della lavorazione del legno finalizzata alla produzione di semilavorati e imballaggi. L’attività ispettiva ha permesso di accertare che le stesse svolgevano, di fatto, attività prevalentemente di “cartiere”, cioè dedite all’emissione di fatture per operazioni commerciali mai avvenute.

L’esito della preliminare analisi documentale delle Fiamme Gialle di Urbino ha portato alla successiva esecuzione di numerosi accertamenti patrimoniali, indagini bancarie e controlli incrociati, che hanno disvelato non solo la falsità della maggior parte delle transazioni commerciali, ma anche le disponibilità economiche dei due indagati pesaresi.

In particolare, gli sviluppi investigativi, diretti dal sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Urbino, Irene Lilliu, hanno permesso di individuare un’articolata e complessa “frode fiscale” che ha visto il coinvolgimento dei rappresentanti legali  delle due società: R.A. di 47 anni e U.A. di 55 anni, i quali, attraverso le rispettive aziende costituite ad hoc, hanno simulato operazioni di compravendita di prodotti derivati del legno (bancali, componenti in legno per l’arredamento navale) emettendo fatture fittizie per un importo totale di oltre 20 milioni di euro nei confronti di 48 imprese operanti nel settore della cantieristica navale, meccanica, elettronica, arredamento ed imballaggi, con sede nelle province di Pesaro, Vercelli, Treviso, Ancona, Rimini, Ragusa, Pistoia e Teramo. Queste ultime hanno così potuto abbattere fraudolentemente il loro reddito imponibile

Le evidenze investigative accertate nel corso delle indagini hanno portato all’emissione da parte del Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Urbino, Egidio de Leone, di un decreto di sequestro preventivo dei beni intestati ai due indagati

Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri della Compagnia di Urbino che hanno rinvenuto e sequestrato due autovetture (una delle quali di lusso), quattro unità immobiliari (tra cui una villa), quote di tre società e diversi rapporti bancari e postali, per un valore complessivo di 300.000 euro.