Risolto il giallo di Misano. "Niente omicidio-suicidio, solo una tragica fatalità"

Madre e figlia uccise dal monossido di carbonio di una stufetta. Scoperti i corpi, l’uomo, in preda alla disperazione, si è tagliato i polsi. I tre cadaveri trovati nel gennaio del 2015. Il pm chiede l’archiviazione

Le tre vittime di Misano: Alvaro Cerda Cedeno, la sua compagna Adriana Stadie e la figlia Sophie

Le tre vittime di Misano: Alvaro Cerda Cedeno, la sua compagna Adriana Stadie e la figlia Sophie

Misano Adriatico, 24 maggio 2016 - Risolto il giallo dei tre cadaveri di Misano trovati il 13 gennaio 2015 nella loro villetta. Dopo più di un anno di accurate indagini, il pm Luca Bertuzzi ha chiesto l’archiviazione del caso perché «non vi sono elementi che possano far ipotizzare l’intervento di terzi quale causa o concausa dei tre decessi».

Alvaro Alonzo Cerda Cedeno, un aiuto cuoco 35enne dell’Equador, la compagna Adriana Andrea Stadie, argentina di 44 anni, la figlia di quest’ultima, Sophie Annette Stadie, studentessa 15enne all’Istituto per Geometri di Rimini erano stati trovati senza vita all’interno della loro abitazione. Secondo quanto emerso dalle perizie a causare la morte delle due donne è stato il monossido di carbonio sprigionato da una stufetta accesa per riscaldare la camera.

Nella ricostruzione degli inquirenti, al suo rientro nell’abitazione di via Vanzetti, Alvaro Alonzo Cerda Cedeno ha ritrovato i corpi senza vita della compagna e della figlia di lei e, disperato, si è tagliato i polsi. Niente omicidio-suicidio, dunque, ma una sola, grande tragedia. Da qui la richiesta di archiviazione.