Giallo di Guerrina, il frate indagato non parla e ricorre contro il divieto di espatrio

In aula il religioso si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come aveva fatto nel precedente interrogatorio

Padre Gratien

Padre Gratien

Rimini, 28 ottobre 2014 - Padre Gratien, il frate congolese indagato per la scomparsa di Guerrina Piscaglia da Ca' Raffaello nel comune di Badia Tedalda (Arezzo), farà ricorso al Tribunale del riesame contro l'ordinanza che gli vieta di raggiungere il nuovo incarico pastorale in Francia. Lo ha annunciato il suo avvocato Luca Fanfani all'uscita dell'udienza tenutasi questa mattina davanti al gup del Tribunale di Arezzo Piergiorgio Ponticelli per esaminare la richiesta dei pm Marco Dioni ed Ersilia Spena di divieto di espatrio.

In aula il religioso si è avvalso della facoltà di non rispondere, così come aveva fatto nel precedente interrogatorio. Il frate africano rimane l'unico indagato nell'inchiesta sulla donna che non si trova più dal primo maggio scorso."Non ci sono novità dal punto di vista delle indagini", ha detto il pm Marco Dioni glissando sul messaggio partito o arrivato all'utenza di Guerrina Piscaglia il primo maggio e agganciato dalla cella di Sestino, dove il frate si trovava per un funerale, considerato tuttavia fondamentale per il proseguo delle inchiesta.