Impotente dopo l’incidente nel cantiere, chiesti 10 mesi per il datore di lavoro

Il calvario di un operaio di 34 anni

Un operaio in un cantiere (Foto di repertorio Newpress)

Un operaio in un cantiere (Foto di repertorio Newpress)

Rimini, 1 luglio 2015 - Un infortunio sul lavoro l’ha reso impotente. Adesso chiede giustizia. La sua vita è cambiata da quel maledetto giugno di 8 anni fa. Un vero calvario quello che sta vivendo un operaio 34enne, residente a Rimini. Teatro di quel maledetto incidente un cantiere di San Giovanni in Marignano. La ditta per cui il giovane lavorava stava allestendo gli stand per una festa popolare. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, l’operaio stava trasportando insieme a un collega una colonna che pesava 77 chili. Lui si trovava dietro e la reggeva all’altezza dell’addome, quando sarebbe inciampato in un gradino. L’operaio aveva perso la presa e la colonna gli era piombata proprio nella delicatissima zona del basso ventre con tutto il suo terribile peso. Il colpo che aveva ricevuto era stato violentissimo e i medici avevano diagnosticato contusioni ai genitali con problemi gravissimi al membro. Le conseguenze per il ragazzo erano devastanti, un inferno nel quale ancora si trova.

Gli esperti della Medicina del lavoro avevano anche ricostruito l’infortunio, trovando non poche violazioni alla sicurezza nei cantieri. La prima, quella di fare trasportare all’operaio un peso che sfiorava gli 80 chili, quando la legge ne prevede al massimo 30. Anche i guanti che i dipendenti indossavano quel giorno, secondo gli inquirenti non sarebbero stati a norma, o comunque non adatti a quel genere di trasporto, a causa del grasso che era fuoriuscito dal meccanismo di sollevamento. Di qui l’accusa di lesioni gravi nei confronti del titolare della ditta. Il giovane si era visto costretto così a denunciare l’ex datore di lavoro che ieri mattina è ricomparso in aula per rispondere del reato di lesioni gravi. Per l’ex titolare dell’impresa, un uomo di 73 anni, il pm ha chiesto dieci mesi.

La parte civile ha invece richiesto la ‘riquantificazione’ delle condizioni della vittima per poter stabilire, in sede civile, i danniIl processo è stato aggiornato al 17 luglio quando verrà messa la sentenza.