Inchiesta sul Delfinario: in due a processo

Maltrattamenti, a giudizio l'ex amministratore delegato e la vetrinaria

Delfini in un delfinario in una foto AFP

Delfini in un delfinario in una foto AFP

Rimini, 28 febbraio 2015 - L'inchiesta sul Delfinario di Rimini si chiude con un decreto di citazione diretta a giudizio per l’ex direttore (nonché ex amministratore delegato) della società di gestione della struttura, e per la veterinaria responsabile della custodia e della somministrazione dei farmaci. Il reato contestato ai due è quello di maltrattamenti di animali e il processo è stato fissato al 7 maggio.

Secondo il pubblico ministero, Marino Cerioni, gli imputati «sottoponevano i quattro delfini della specie Tursiops truncatus ospitati nel delfinario, a comportamenti insopportabili per le loro caratteristiche etologiche e quindi incompatibili per la loro natura, anche sottoponendoli a trattamenti idonei a procurare un danno alla salute degli stessi con conseguenti gravi sofferenze». La Lega antivivisezione (Lav) è stata riconosciuta parte offesa. «Esprimiamo la nostra soddisfazione per la decisione della procura – scrive la Lega – un ulteriore importante passo avanti verso la definitiva chiusura di una struttura che pur non avendo mai ottenuto l’indispensabile licenza di giardino zoologico, è rimasta aperta al pubblico per quasi un decennio, proponendo spettacoli con delfini e che, nonostante tutto, dallo scorso anno fa esibire delle otarie».

La vicenda giudiziaria era partita nel settembre del 2013 con il sequestro preventivo degli animali che erano stati trasferiti poi all’acquario di Genova, deciso in seguito alle ispezioni del ministero dell’Ambiente e della Forestale.