Colto da infarto mentre Rossi vince, salvato dal barista e da un amico

L’uomo, 70 anni, guardava la gara in un caffè di San Giovanni

Luppoli  (a sinistra) con Giovannini

Luppoli (a sinistra) con Giovannini

Rimini, 1 aprile 2015 - STAVA FACENDO il tifo per Valentino Rossi (foto) durante la gara di MotoGp di domenica scorsa e proprio quando il pilota è passato dal terzo al secondo posto, è stato colpito da un infarto: l’uomo, 70 anni, è vivo grazie all’intervento di Massimo Luppoli, 46 anni, del Bar Caffè Turismo di San Giovanni in Marignano e a amico di quest’ultimo, Gabriele Giovannini, 52 anni.

Signor Luppoli, ci può raccontare che cosa è successo?

«Bruno, che è qui di San Giovanni, era nel nostro bar con tanta altra gente, per vedere la gara di MotoGp, con Rossi che andava benissimo e ormai stava vincendo. Ci sono due sale e questo nostro cliente era nella sala grande che guardava appunto la televisione».

Quando si è sentito male?

«Guardi, è stato nel momento in cui Valentino Rossi è passato dal terzo al secondo posto».

Stava facendo il tifo?

«Come tutti noi. Eravamo tutti molto emozionati e contenti quando c’è stato il sorpasso. Poi si è accasciato in terra».

Lei lo ha visto?

«No, perché io era nell’altra sala, ma è arrivato subito un altro nostro storico cliente che ci ha detto che Bruno si era sentito male».

Lei cosa ha fatto?

«Sono corso subito di là e con me è venuto Gabriele e abbiamo iniziato a fargli io la respirazione e lui il massaggio cardiaco».

Non vi siete persi d’animo. Dove avete imparato queste tecniche di primo soccorso?

«Io faccio il barista qui nel locale con altri componenti della nostra famiglia. Ma d’estate faccio il bagnini di salvataggio, inoltre sono volontario sull’ambulanza della Croce Rossa».

E il suo amico?

«Gabriele è un ex bagnino di salvataggio che ha comunque rinnovato il brevetto ed ha fatto un corso dove anche lui ha imparato le tecniche di soccorso».

Il signore, pur nella sfortuna del malore che lo ha colpito, è stato ben fortunato ad avere voi nei paraggi.

«Naturalmente intanto che noi cercavamo di tenerlo in vita, un altro cliente chiamava il 118 e dava tutte le indicazioni».

L’uomo ha ripreso conoscenza mentre voi lo soccorrevate?

«Molto poco, quasi niente. Anche il polso andava e veniva. Ma siamo riusciti a tenerlo in vita intanto che arrivava l’ambulanza e l’auto medicalizzata. Loro lo hanno defibrillato e fatto tutto quello che dovevano. A quel punto ha ripreso conoscenza».

Cosa ha detto?

«Che aveva freddo e che sentiva fastidio al torace. E questo è un bene perché stava provando delle sensazioni, quindi il cervello era bene cosciente. Anche i medici ci hanno detto che abbiamo lavorato bene».

Adesso come sta?

«Naturalmente è ricoverato in Cardiologia. E’ passata la moglie a informarci e ci ha detto che sta meglio ma dovrà essere sottoposto a un intervento».

Che sensazione si prova ad avere contribuito a salvare una vita?

«Beh, siamo entrambi molto felici di quello che abbiamo fatto e aspettiamo Bruno qui nel bar da noi».