Venerdì 26 Aprile 2024

Tetraplegico per un incidente si laurea e diventa infermiere

«Adesso voglio essere io a curare gli altri»

Pietro Sergiani mentre festeggia con la sua fidanzata (Foto Pasquale Bove)

Pietro Sergiani mentre festeggia con la sua fidanzata (Foto Pasquale Bove)

UN DOTTORE con il sorriso. Di quelli grandi. Come la gioia che ha provato ieri pomeriggio quando ha ricevuto questa laurea. Quando si è posato in testa quella corona d’alloro. Pietro Sergiani ha 23 anni, vive a Rimini, ed è il primo dottore italiano in Infermieristica, tetraplegico. Pietro ha avuto un brutto incidente in scooter nel 2012. Una lesione al midollo lo ha portato a dover riprogettare tutta la sua vita, seduto su una sedia a rotelle. «Ho trascorso più di 20 giorni in rianimazione a Cesena e poi quando mi sono ripreso mi sono fatto sei mesi in un centro specializzato di riabilitazione a Montecatone – racconta Pietro – sono stati tempi durissimi. Ma non mi sono demoralizzato. Per un po’ ho interrotto gli studi. Frequentavo già il secondo anno del corso di Infermieristica sede di Rimini. Poi, esattamente un anno dopo, sono ripartito con l’università. Questa laurea la volevo. Ho la testa dura e quando ho un obiettivo lo voglio raggiungere». La voglia di continuare per Pietro c’è sempre stata, «anche se dopo tutto quello che mi era successo non sapevo se effettivamente potevo fare tirocini. Invece grazie a tutor, insegnanti e all’università mi è stato cucito addosso un progetto e mentre davo dodici esami ho svolto 600 ore di tirocinio in ambulatorio». Pietro non è certo un ragazzo che si piange addosso. «La professione da infermiere mi piace tantissimo e tutti i motivi iniziali per diventarlo sono rimasti. Amo stare in mezzo alla gente e fare del bene agli altri. Perché c’è sempre chi sta peggio di te. Nonostante tutto quello che mi è capitato so che la vita va vissuta. Ci sono tanti altri miei coetanei che non sanno cosa fare, che non hanno obiettivi o progetti per il futuro. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e provarci fino in fondo, i risultati arrivano. E io ne sono un esempio». I sacrifici sono stati davvero ripagati: ieri pomeriggio insieme ad altri colleghi, Sergiani ha ottenuto un bel 100/110. «Voglio ringraziare tutti quelli che mi sono stati vicini. Mamma Donatella, papà Bruno, mio fratello Fabio e la mia ragazza Federica – conclude – in primis. E anche chi mi ha aiutato a proseguire gli studi come tutor, professori, medici e infermieri di Rimini che mi hanno accompagnato in questa avventura». Pietro ora ha un nuovo obiettivo: trovare lavoro. I professori del corso universitario fanno il tifo per lui. A partire dalla preside del corso, Elisabetta Caramelli: «Pietro è stato uno studente che ci ha davvero emozionato. Il modo in cui ha deciso di riprogettare la sua vita è stato unico. Un altro al suo posto avrebbe abbandonato l’università. Lui no. Siamo riusciti ad organizzarci con un progetto ad hoc e ora lo lasciamo andare. Per lui ci sono posti specializzati assolutamente gestibili».

Rita Celli