Rimini controllo fiscale nei negozi del centro storico della guardia di finanza
Rimini, 27 febbraio 2015 - Emissione ed utilizzazione di fatture inesistenti. Il tutto per un’evasione dell’Iva che sarebbe stata quantificata, dalla Guardia di Finanza di Rimini, ammontare a quattro milioni di euro. Sono tredici le persone che devono rispondere di questa accusa. Tredici persone tra albergatori, imprenditori, artigiani, titolari di officine e di impianti di benzina (assistite, tra l’altro, dagli avvocati Piero Ippoliti, Piero Venturi, Luca Greco, Andrea Guidi, Luca Bruggioni) che ieri mattina sono comparse davanti al gip Sonia Pasini. Ma, a fine mattinata, è stato deciso un rinvio interlocutorio, fissato per maggio.
La vicenda si riferisce al periodo che va dal 2006 al 2011. La Guardia di Finanza aveva dato il via alle indagini per risalire a quello strano giro di fatture, tutte emesse da una lavanderia della provincia. E proprio a quella azienda, che nella realtà era piccola e gestita da marito e moglie (difesi dall’avvocato Piero Ippoliti), si rivolgevano con costanza e grande assiduità appunto i diciassette clienti, finiti poi indagati. Proprio a questi diciassette venivano emesse fatturazioni consistenti per il lavaggio di lenzuola.
E le cifre, per l’accusa, sarebbero state troppo elevate per dei lavaggi, per quanto accurati fossero stati. Secondo le Fiamme gialle dietro a quelle fatture si sarebbe nascosta un’evasione globale dell’Iva per quattro milioni di euro. Da qui il sospetto con le indagini della Finanza che ha ipotizzato per i diciassette il reato di emissione ed utilizzazione di fatture inesistenti. Quattro degli indagati hanno preferito patteggiare: ieri mattina, dunque, davanti al gip erano rimasti in tredici.
Ma non è stato deciso nulla circa un eventuale rinvio a giudizio. La nuova udienza è stata fissata a maggio.