Kate racconta gli attimi della paura: "Sono svenuta prima dello schianto"

L’ex fidanzata di Simoncelli ha lasciato l’ospedale dopo l'incidente del 26 settembre: "Ora voglio solo tornare a giocare"

Kate Fretti, ex fidanzata di Simoncelli, in ospedale

Kate Fretti, ex fidanzata di Simoncelli, in ospedale

Rimini, 6 ottobre 2015 - IL TEMPO scorre lento per Kate Fretti, costretta a fare la staffetta tra letto e divano da una frattura scomposta alla gamba sinistra. Sono giornate lunghe per l’ex fidanzata di Marco Simoncelli, rimasta ferita in uno spaventoso incidente in scooter lo scorso 26 settembre.

«Mi sento come un leone in gabbia, non vedo l’ora di poter riprendere a camminare e giocare», racconta Kate che sabato pomeriggio ha lasciato l’ospedale per trascorrere la convalescenza a casa.

Cosa ricorda di quella sera?

«Ero con un amico in sella allo scooter. Stavamo andando a vedere il concerto di Max Pezzali, quando dietro una curva ci siamo trovati davanti una macchina che stava facendo inversione a U. Lo scontro è stato inevitabile. Ho fatto in tempo a urlare al mio amico di frenare, poi non ricordo più nulla. Credo di essere svenuta ancora prima di essere sbalzata a terra. Mi hanno raccontato che mi sono ripresa mentre ero sull’ambulanza, ma in realtà non ricordo neppure questo».

Quando si è svegliata in ospedale come stava?

«Avevo un gran male, un dolore che non avevo mai provato perchè non mi era mai successo di rompermi qualcosa».

Come sta la sua gamba?

«Adesso bene. Era una frattura scomposta: mi hanno messo un chiodo e tanti punti. Voglio ringraziare il dottor Lucidi che mi ha operata e tutto lo staff che in questi giorni mi è stata vicina. Sono stati molto carini con me».

Altri ‘souvenir’ di questa brutta avventura?

«Diciamo che al momento non sono un bel vedere. Ho uno zigomo gonfio e diversi graffi sul volto».

Ci vorrà un po’ di tempo prima di tornare in forma...

«Tra venti giorni dovrei riuscire a camminare senza stampelle e ad appoggiare il piede. Spero di accelerare i tempi con la fisioterapia e la riabilitazione perchè mi sento un leone in gabbia. Non vedo l’ora di poter ripendere a giocare a pallavolo».

E’ una sportiva?

«Gioco in serie D con il Misano. Ma mi piace anche andare a correre e sciare».

Come trascorre le sue giornate?

«Passo la metà del tempo a dormire in realtà... Sono ancora debole e mi stanco facilmente. Ma fra qualche giorno voglio riprendere la mia attività alla fondazione Simoncelli. Ho già qualche idea in mente».

Ci anticipa qualcosa?

«Vorrei mettere all’asta un giro in pista con la Ducati biposto. E poi sto lavorando a una linea di occhiali».

Tra pochi giorni ricorre il quarto anniversario della morte di Marco.

«Preferisco ricordare il giorno del suo compleanno. Però ci avviciniamo alla data penso che sono già passati quattro anni. E’ vero che il tempo aiuta, ma non si dimentica. E’ impossibile».