Rimini Summer Pride, i lefebvriani scomunicano la sfilata gay

Il priore don Chad Kinney protesta contro l’evento

Sfilata gay sabato a Rimini (foto d'archivio Newpress)

Sfilata gay sabato a Rimini (foto d'archivio Newpress)

Rimini, 29 luglio 2016 – Orgoglio e pregiudizio. Il primo è quello gay che domani sfilerà sul lungomare. Il secondo è della comunità lefebvriana riminese che alla stessa ora si raccoglierà in preghiera per riparare «un simile abominio». L’appuntamento è dalle 18 alle 21 nella cappella del Priorato della Madonna di Loreto a Spadarolo dove ha sede la fraternità sacerdota San Pio X fondata da Marcel Lefevbre.

«Con profonda tristezza abbiamo appreso che Rimini ospiterà l’ennesima parata del cosiddetto gay pride – scrive il priore don Chad Kinney – Un evento che ha, purtroppo, ottenuto, da una parte, il patrocinio delle istituzioni civili e dall’altro ha suscitato finora soltanto l’assordante silenzio delle istituzioni religiose locali. La fraternità sacerdotale San Pio X vuole richiamare al fatto che la pratica dell’omosessualità è un grave disordine, il cui atto specifico è classificato dalle Sacre Scritture tra i peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio e chiamano, già da quaggiù, la Sua giusta punizione. Non potendo impedire un simile abominio, vogliamo cercare di riparare ad esso con l’unico strumento nelle nostre mani: la preghiera».

Il priore dà quindi appuntamento a riminesi e turisti per domani pomeriggio alle 18, in concomitanza con la sfilata del ‘Summer pride’ sul lungomare.

«Ci raccoglieremo in adorazione dell’Eucarestia e con la recita del Santo Rosario imploreremo il perdono dell’Onnipotente per l’offesa alla sua legge e per lo scandalo pubblico arrecato – priosegue don Chad Kinney, che guida la comunità composta anche dal decano don Giorgio Maffei e dai due vicari don Enrico Doria e don Elias Stolz – Vogliamo testimoniare che ci sono tante persone che non sono affatto d’accordo con una cosiddetta cultura non paga di avversare, in modo sempre più provocatorio ed impositivo, la legge naturale e quella divina. Vogliamo testimoniare il valore eterno dei dieci comandamenti, del pudore, della continenza e di tutte quelle virtù capaci di temperare la concupiscenza. Vogliamo, però, come insegna Sant’Agostino: ‘odiare il peccato ed amare il peccatore’. Noi avversiamo la promozione delle perversioni degradanti di quest’ideologia antiumana che vuole giustificare pratiche contro natura, ma preghiamo per la conversione di tutti coloro che, con diverso grado di responsabilità e consapevolezza, cooperano alla sua affermazione nella società».