La moglie di Stecca difende il marito: "Roberta era l’amante di Loris"

Fiammetta Feliciotti intervistata da Barbara D'Urso a Pomeriggio Cinque

Fiammetta Feliciotti

Fiammetta Feliciotti

Rimini, 18 ottobre 2014 -  FIAMMETTA Feliciotti, «ancora moglie di Loris Stecca», come ha detto Barbara D’Urso con una gaffe forse involontaria, è stata ancora una volta ospite di ‘Pomeriggio Cinque’, il talk-show Mediaset. Che in apertura ha chiesto a Fiammetta, in collegamento da Rimini, se fosse «ancora moglie» di Loris. Ovvia la risposta.

Ma la D’Urso ha cercato di approfondire la questione che sembra centrale anche nel processo in corso, dove l’ex campione dei mondo Supergallo è accusato di tentato omicidio della socia nella palestra, Roberta Cester. Accoltellata lo scorso 27 dicembre, data dalla quale Stecca è detenuto ai Casetti. Fiammetta ha ribadito che il marito ha avuto una relazione con la ex socia. «Ma un giorno Loris ti ha chiesto la separazione?». Fiammetta l’ha ammesso, aggiungendo «pensavo a uno scherzo».

La D’Urso ha anche mostrato spezzoni di una intervista alla Cester, con la sua ricostruzione del ferimento con il coltello, e del tentativo di «buttarmi dalle scale della palestra». La Cester nega da sempre di aver avuto una relazione con l’ex campione. La Feliciotti, come dall’inizio della vicenda, ha sempre difeso il marito, pur ammettendo la gravità del gesto compiuto. La D’Urso ha infine fatto ascoltare la lettera che Loris Stecca — su sua richiesta — le ha inviato dal carcere (anticipata per ampi stralci nei giorni scorsi dal ‘Carlino’). «Sono pentito, devo pagare — attacca Loris — ma deve emergere la realtà dei fatti. Non ho mai avuto intenzione di uccidere Roberta. Per mesi (dalla fine della loro relazione, sostiene il pugile, ndr) tutti i giorni, ho subìto vessazioni, minacce, insulti. E ho ceduto. Se l’avessi voluta uccidere, avrei usato i pugni. Ho solo reagito all’ennesima provocazione ferendola con un coltello. Il mio gesto è inqualificabile, ma va inquadrato nella dimensione giusta. Ero perseguitato da quando l’ho rifiutata. Volevo anche denunciarla, ma non ho avuto il coraggio. Ho voluto affermare la mia dignità di perseguitato. Ho avuto una relazione. Le ho voluto bene. Poi lei ha esagerato, nel volermi a tutti i costi. Ma a settembre 2013, quando le ho detto che non avrei mai lasciato la mia famiglia, è iniziato il mio calvario».

La prossima udienza del processo è stata fissata al 18 dicembre. Dal canto suo Roberta Cester, attraverso il suo avvocato Flavio Moscatt, fa sapere di voler mantenere il silenzio fino al termine del processo.