Troppo lenta nel fare le autopsie. Magistrato denuncia il medico legale

La professionista e’ una consulente dalla procura

Un'equipe di medici

Un'equipe di medici

Rimini, 17 settembre 2014 - La Procura mette sotto inchiesta un medico legale perchè consegna con troppo ritardo le perizie sulle autopsie. Nei confronti della dottoressa in questione, è stato aperto quindi un fascicolo per omissione di atti d’ufficio e qualche tempo fa il pubblico ministero ha inviato l’avviso di conclusioni indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio. Non solo, ma il magistrato si è anche rifiutato di firmare, e quindi pagare, la parcella presentata dal perito.

Sono anni che la professionista in questione lavora per il Palazzo di giustizia di Rimini. Essendo un medico legale, gli incarichi sono ovviamente quasi sempre quelli di effettuare autopsie, legate a reati o presunti tali. Anzi, in alcuni casi, è proprio l’esame autoptico che svela se dietro la morte di una persona c’è o meno un delitto. Spesso tocca ai consulenti dei pubblici ministeri, indirizzare le indagini in una direzione o nell’altra, e il tempo è importante.

Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, il medico sotto inchiesta era stata incaricata di diverse autopsia, che erano state effettuate ma mancavano della ‘risposta’ conclusiva che aspettava il pm. Aveva casi di omicidi colposi, altri di omicidi-suicidi. In particolare, un’indagine su una donna che era caduta dal balcone, ma sul cui suicidio c’erano parecchi punti interrogativi. Quella volta, a incarico conferito il 20 agosto del 2009, la professionista aveva fatto passare la bellezza di 4 anni prima di presentare la sua relazione alla Procura.

Alle sollicitazioni dei magistrati, la professionista rispondeva che aveva molto da fare e che presto avrebbe depositato tutto. Ma in alcuni casi il tempo passava senza che arrivasse nulla. Ci sono indagini, appunto, in cui gli esiti ufficiali dell’autopsia non fanno la differenza, in quanto il medico legale ha già anticipato al pubblico ministero che non ci sono misteri da scoprire. Ma in altri, come nel caso di un incidente con la morte che sopraggiunge magari mesi dopo, è fondamentale capire se c’è stata causa ed effetto.

L’anno scorso un avvocato del foro di Rimini con in carico due fascicoli su altrettante persone decedute in circostanze non così chiare, aveva presentato una sorta di esposto in Procura, in cui lamentava appunto i ritardi e le inadempienze dell’esperto incaricato dell’autopsia, guarda caso sempre la stessa persona. In quell’occasione, la dottoressa era stata sostituita e gli accertamenti affidati a un altro medico legale.

Il procuratore aveva deciso quindi di convocare la professionista che si era impegnata a affrettare le consegne. Cosa che aveva fatto in gran parte, seppur con un ritardo già accumulato, ma non per tutti i fascicoli che le erano stati affidati. Uno dei pubblici ministeri titolare delle inchieste ‘in sospeso’ l’aveva quindi sollecitata di nuovo a presentare gli esiti del suo lavoro, non ottenendo però alcuna risposta concreta, se non le sue scuse per il fatto che fosse sovraccarica di lavoro. Stanco di aspettare però, il magistrato ha deciso di aprire un altro fascicolo, e questa volta nei confronti del suo stesso consulente, mettendola sotto inchiesta per omissione d’atti d’ufficio.