Dalla cassapanca della nonna spunta un ‘tesoro’ in vecchie lire

Trovati venti milioni che ora i familiari cercheranno di cambiare

Banconote, le vecchie Lire (Foto di repertorio Germogli)

Banconote, le vecchie Lire (Foto di repertorio Germogli)

Rimini, 25 novembre 2015 - Un piccolo 'tesoro' spunta dalla vecchia cassapanca della nonna. Ma diventerà tale solo se il nipote riuscirà a convertire in euro quei quasi 20 milioni di lire che ha trovato in maniera del tutto inaspettata.

Protagonista della vicenda è un imprenditore della Valconca, 60 anni, che qualche tempo fa è andato a casa della nonna, ormai morta da anni. Una vecchia casa di famiglia come ce ne sono tante, e dove ogni tanto i nipoti vanno a rimestare in mezzo ad antichi ricordi. Di solito si trovano fotografie ingiallite, servizi di tazzine in porcellana riposte con cura e ancora incredibilmente intatti, oppure scatole di fiammiferi e souvenir di Venezia.

Ma questa volta è arrivata la sorpresa, perchè frugando in un’antica cassapanca appartenuta, appunto, alla nonna, l’imprenditore ha scoperto che era piena di soldi. Un mucchio di quattrini in vecchie lire che qualcuno aveva infilato sotto le lenzuola. Le persone anziane, si sa, poco si fidavano delle banche e preferivano custodire i loro averi sotto il materasso o nascosti da qualche parte in casa. Non è la prima volta che qualche nipote o lontano parente scopre un ‘tesoro’, e c’è anche chi di milioni di lire ne ha trovati addirittura 200.

L’imprenditore è rimasto a bocca aperta. Sotto tutta quella biancheria c’erano i risparmi della nonna. Nemmeno lei si era fidata degli istituti di credito, i suoi soldi evidentemente preferiva averli a portata di mano. Il nipote si è messo così a contare la sua ‘eredità’, in tutto quasi 20 milioni delle vecchie lire che al cambio fanno quasi 10mila euro. Al cambio, appunto. Ed è questo che si presenta come una vera e propria impresa.

Ne sa qualcosa un 84enne forlivese che sia sta muovendo proprio in questi giorni. Quattro anni fa, con la manovra ‘lacrime e sangue’ del governo Monti che anticipò di tre mesi la fine della conversione delle lire in euro, rimase con 15 milioni delle vecchie lire diventate improvvisamente carta straccia, perchè nei giorni in cui venne varata la manovra lui era fuori città e quando si presentò alla Banca D’Italia gli risposero che non c’era più niente da fare.

Ma adesso una speranza c’è eccome. E nasce dalla sentenza della Corte Costituzionale del 5 novembre scorso che accogliendo il ricorso di un gruppo di risparmiatori, ha dichiarato illegittimo l’articolo 26 del ‘Salva Italia’ che anticipava al 6 dicembre 2011 il termine ultimo per la conversione delle lire in euro. Termine che era stato fissato in precedenza al 28 febbraio del 2012. La Corte Costituzionale dà ora altri tre mesi di tempo per avanzare le richieste di conversione, rimandando alla Banca d’Italia le modalità per soddisfare le richieste dei risparmiatori.

L'imprenditore riminese quindi si è già mosso, e i suoi difensori, Matteo Dina e Massimiliano Orrù, hanno già cominciato a inviare le raccomandate necessarie. E c’è da scommettere che la Banca d’Italia sarà presto subissata di richieste. Di piccoli tesori dei nonni rimasti sepolti nelle cassapanche pare ce ne siano in giro ancora parecchi, vale la pena di andare a frugare tra i ricordi.