Galeotto fu il valzer: "Siamo in ballo da 75 anni"

Guido e Nazzarena festeggiano le nozze di platino di Lorenzo Muccioli

Guido Antolini e Nazzarena Stefanelli

Guido Antolini e Nazzarena Stefanelli

Rimini, 19 luglio 2014 - E’ bastato quel primo valzer assieme per capire che non si sarebbero separati mai più. E così è stato. Da settantacinque anni i coniugi Guido Antolini e Nazzarena Stefanelli, 102 anni lui e 94 lei, vivono fianco a fianco nella buona e nella cattiva sorte. Domani, alla chiesa della Riconcilliazione di Rimini, saliranno nuovamente all’altare per celebrare le nozze di platino. Un record assoluto, che la coppia festeggerà assieme a tutta la tribù familiare: due figli, sei nipoti, e otto pronipoti.  Siamo curiosi: come si fa a rimanere assieme per così tanti anni? Guido: «Non ci sono segreti particolari. Sono rimasto al fianco di mia moglie perché sapevo che aveva bisogno di me. Ci siamo sempre presi cura l’uno dell’altra, e questo ci ha tenuto uniti nonostante le mille difficoltà» Nazzarena: «Abbiamo sempre condiviso tutto. Incluse il lavoro e le fatiche. Quando Guido usciva di casa per andare a lavorare i campi, io lo raggiungevo per dargli una mano. E quando rimaneva tutta la notte fuori, nei cantieri dove faceva il guardiano, io lo andavo a trovare per dargli la buonanotte e un piccolo bacio. Poi, quando rincasa, lui mi dava una mano a lavare i piatti».  Possibile che in tanto tempo non ci sia mai stato un momento di crisi? Nazzarena: «Eccome. Quando si vive sotto lo stesso tetto i litigi sono all’ordine del giorno. Ad esempio io lo rimprovero spesso perché quando lo chiamo lui non risponde mai. Ogni volta che discutiamo, però, Guido torna da me e mi stringe la mano con dolcezza».  Guido: «Con gli anni abbiamo imparato a sopportare i difetti dell’altro e a riderci sopra. Per noi questo significa convivenza» Siete mai stati divisi per un lungo periodo? Guido: «Sì, quando io sono partito militare. A quel tempo c’era la guerra. Ho combattuto in Albania e in Grecia, poi sono stato internato in un campo in Algeria. Ogni sera, prima di addormentarmi, pensavo alla mia ‘Norina’. Non mi importava di morire di fame: desideravo solo riabbacciarla» E’ mai capitato che foste sul punto di lasciarvi? Guido: «Mai una volta. La nostra storia ha avuto tanti alti e bassi, ma entrambi sapevamo che senza l’altro non potevamo stare. Di tempeste ne abbiamo attraversate tante, ma poi ogni volta è tornato a splendere il sole». Cosa ne pensate delle coppie che si separano? Guido: «Al giorno d’oggi ci sono un sacco di famiglie che si sfasciano. A noi non ci è mai nemmeno passato per la testa di divorziare».  C’è qualcosa che vi rimproverate? Nazzarena: «Io sono sempre stata una amante del ballo. Guido invece non ha mai imparato. Quando si muove sembra un tronco. Mi sarebbe piaciuto fare qualche giro di valzer in più con lui. Anche perché è propio su una pista da ballo che è avvenuto il nostro primo incontro». Volete raccontarcelo? Guido: «Io a quel tempo abitavo a Santa Cristina. Nazzarena invece stava a San Marino. Quel giorno c’era il carnevale a Dogana. L’orchestra suonava la mazurka e Nazzarena si divertiva in pista con le amiche. Io sono del tutto incapace di ballare, e me ne stavo a guardarla da lontano. Poi a un certo punto la banda ha attaccato un valzer. Allora ho trovato il coraggio, mi sono avvicinato e le ho preso la mano. E’ da lì che è cominciato tutto. Un anno dopo eravamo già sposati».

Lorenzo Muccioli