Padre Gratien va ai domiciliari con braccialetto elettronico

La Corte d'Assise ha comunicato che da lunedì il religioso, accusato dell'omicidio di Guerrina Piscaglia, si trasferisce a Roma

Padre Gratien Alabi dentro l’aula di tribunale di Arezzo

Padre Gratien Alabi dentro l’aula di tribunale di Arezzo

Arezzo, 29 gennaio 2016 - Padre Gratien Alabi lunedì uscirà dal carcere. La Corte d’Assise gli ha concesso questa mattina gli arresti domiciliari, da scontare nel convento dei frati premostratensi a Roma, ma con braccialetto elettronico. Il dispositivo è infatti arrivato.

Dopo oltre un mese e mezzo la questura di Roma ha finalmente a disposizione lo strumento che con sistema gps controllerà ogni spostamento del frate dentro il convento.

Padre Gratien Alabi si trova in cella da aprile scorso, con le pesanti accuse di omicidio volontario, occultamento e distruzione di cadavere, nel giallo di Guerrina Piscaglia, la donna sparita da Ca’ Raffaello (in alta Valmarecchia, a confine tra Romagna e Toscana) il 1° maggio 2014.

Il presidente della Corte d’Assise di Arezzo lo ha comunicato allo stesso Gratien e ai suoi legali Francesco Zacheo e Riziero Angeletti, questa mattina in udienza. I difensori hanno così rinunciato all’istanza, presentata mercoledì, con cui chiedevano i domiciliari senza braccialetto.

A Gratien i domiciliari erano stati concessi il 3 dicembre scorso dal Riesame di Firenze.

Gli agenti della polizia penitenziaria del carcere di Arezzo scorteranno padre Gratien al convento nella capitale, lunedì 1 febbraio alle 10.

Il religioso resterà nel convento e tornerà ad Arezzo solo per le udienze.