Il giallo delle due pantere: terzo avvistamento a Spadarolo

Lunedì mattina è stato un cacciatore a dare l'allarme FOTO Ecco le orme sospette

L’impronta trovata nel campo di Spadarolo

L’impronta trovata nel campo di Spadarolo

Rimini, 13 ottobre 2015 - Ci risiamo: avvistata una pantera nera, anzi due (FOTO), per la terza volta in pochi mesi, sempre in zona Spadarolo, pochi chilometri da Rimini, ai margini di una boscaglia chiamata ‘polveriera’, tra il fiume Marecchia e i campi coltivati. L’ultimo a trovarsi di fronte ai misteriosi animali un cacciatore residente in via dei Mulini: «Ero appena uscito di casa – racconta il signor Ivano – verso le sei del mattino. Mi taglia la strada questo grosso gattone nero. Era a una ventina di metri di distanza. Resto di stucco, paralizzato. Dopo un secondo ne passa un altro, uguale a quello, robusto, col torace imponente. Mi sono detto ‘Ma che cavolo è ?’. Erano lunghi ciascuno come lo spazio tra due filari. Tra un metro e mezzo e due metri, col muso schiacciato e il pelo liscio».

Venti giorni fa, dopo un precedente avvistamento, gli esperti della Provincia ipotizzarono si trattasse di grossi cani. «Gatti non erano di sicuro – insiste l’uomo –, guardi le impronte». Intorno alla casa colonica gialla gli animali hanno lasciato segni delle loro zampe sul terreno inzuppato dalla pioggia. «Impronte piuttosto larghe, non certo di cane», sostiene.

I residenti hanno chiamato la Forestale, che invita a creare allarmismo: «Ci hanno detto che domattina (oggi per chi legge, ndr) piazzeranno le fototrappole per cercare di filmare le bestie». Il primo ad avvistare la (presunta) pantera in zona è stato Claudio Astolfi, responsabile di un’azienda agricola, qualche mese fa: «Andavo a caccia nella ‘polveriera’, ho pensato a una lince. Non ho dato molto peso alla cosa.

Poi, circa 20 giorni fa, due miei operai agricoli mi hanno detto di averne viste due, di giorno, nerissime». «Erano le 4 del pomeriggio e lavoravo nel campo di melanzane quando ho sentito un verso strano, insolito», racconta uno dei due braccianti, Diarrassouba Barigaly, per tutti ‘Jerry’, 28enne immigrato dalla Costa D’Avorio, residente a Viserba con la moglie Maman e 4 figli.

«Ho visto quest’animale nero scendere da un albero alto 5 metri Mi sono nascosto nel campo, ma l’ho osservato per 5 minuti, ero a 10 metri. Dopo un po’ la bestia è salita di nuovo sull’albero, si sono sentiti dei versi, sopra ce n’era un’altra. Forse giocavano. A quel punto è scesa la seconda. Io ho chiamato in soccorso il mio collega Carlos, sudamericano, non sapevo se gli animali volevano attaccare. Invece niente, se ne sono andati dopo un po’. L’ho raccontato a mia moglie, dice di stare molto attento. Da quel giorno vado sempre nel campo con un coltello, per difendermi se mi attacca». Non risultano animali da cortile sbranati in zona. «Però nel bosco dove andiamo a caccia – spiega un residente – quest’anno ci sono pochi fagiani e lepri, mentre in passato era pieno. Forse sono i pasti di quelle bestie».