Mercoledì 24 Aprile 2024

Disco Inferno al Paradiso: cade a pezzi il tempio della notte

La mitica discoteca in rovina è diventata un rifugio per sbandati

Quel che resta  del mitico Paradiso

Quel che resta del mitico Paradiso

Rimini, 29 dicembre 2015 - Benvenuti in Paradiso. O meglio, di quel che resta... (FOTO) Perché più che a un paradiso, l’ex discoteca di Covignano somiglia a un inferno. Chiuso da quasi quattro anni, il locale simbolo di Rimini è oggi l’ombra di sé stesso.

Della grande villa che nel 1957 Tina Mirti Fabbri trasformò in ristorante e dancing, e che poi nel 1970 con il figlio Gianni Fabbri diventò il tempo della notte in Riviera, restano intatti i muri, parte del tetto, i pavimenti e poco altro. Il giardino è diventato una giungla. Ovunque, erbacce, rami spezzati e piante rampicanti.

I vicini di casa raccontano di «movimenti sospetti» intorno alla discoteca: molto probabilmente sbandati che vanno in cerca di un riparo all’interno della discoteca. Ci sono anche i segni, dei loro giacigli abusivi: qualche materasso, qualche brandello di vestito, la recinzione divelta in più punti.

Come ha fatto il Paradiso a ridursi in questo modo? Altri locali, seppur chiusi da tempo, non sono nelle stesse condizioni di degrado. Nel locale di Covignano, invece, sembra sia passato un uragano. Alcune foto, scattate qualche giorno fa da chi è andato a vedere all’interno, preoccupato da alcuni movimenti strani intorno alla villa, lo testimoniano ampiamente. E dimostrano che chiunque vorrà riportare il Paradiso in pista, dovrà investire parecchi soldi per riuscirci. «Servono almeno 300mila euro, forse di più. Purtroppo l’ultimo furto avvenuto all’interno del locale (nel 2012) è stato devastante. Per rubare il rame, è stata sfasciata parte del tetto, sono stati distrutti interi bagni», confermano dalla proprietà del locale.

Come se non bastasse, la società di proprietà del Paradiso è al centro, da anni, di una causa civile tra il commercialista Emanuele Soleri e i fratelli Massimo e Roberto Buffagni, i due imprenditori della notte che rilevarono nel 2001 la gestione della discoteca da Gianni Fabbri. Attualmente la società è amministrata da un commercialista milanese, in attesa di stabilire chi sia il legittimo proprietario tra Soleri e i fratelli Buffagni, che nel frattempo hanno vinto il procedimento penale.

Nonostante l’ingarbugliata situazione che riguarda la proprietà, il Paradiso sulla carta potrebbe ancora lavorare. Le offerte non sono mancate, «ma nessuna di queste si è rivelata concreta – spiegano ancora dalla proprietà – Chi vuole riaprire il Paradiso, non può pensare di cavarsela con pochi spiccioli... Anche perché ci sono lavori ingenti da fare». Le ultime trattative sono naufragate un paio d’anni fa, e da allora nessuno si è più fatto vivo. E intanto il Paradiso continua a essere ‘saccheggiato’ e usato come rifugio di fortuna.

Pensare che nel 2017 il locale dovrebbe festeggiare sessant’anni. Una ricorrenza che, di questo passo, rischia di somigliare più a un funerale. Perché chi vorrà rimettere in piedi il Paradiso, adesso, dovrà compiere un vero miracolo.