Si rompe il pene nel cantiere, operaio diventa impotente

Il datore di lavoro è sotto processo per lesioni gravi

Amore clandestino (foto di repertorio)

Amore clandestino (foto di repertorio)

Rimini, 7 marzo 2015 - Reso impotente da un infortunio sul lavoro. Sono anni che il giovane, 34 anni, residente a Rimini, sta combattendo con un incubo di cui non riesce a vedere la fine. Ieri mattina alla sbarra c’era il datore di lavoro, un riminese, di 73 anni, imputato di lesioni gravi.

I fatti risalgono a diversi anni fa, teatro dell’incidente un cantiere di Santarcangelo. La ditta per cui il giovane lavorava stava allestendo gli stand per una festa popolare. Secondo la ricostruzione fatta poi dagli inquirenti, l’operaio stava trasportando insieme a un collega una colonna che pesava 77 chili. Lui si trovava dietro e la reggeva all’altezza dell’addome, quando era inciampato in un gradino. L’operaio aveva perso la presa e la colonna gli era piombata sul basso ventre con tutto il suo terribile peso. Trasportato all’ospedale, le sue condizioni erano apparse subito molto serie. Il colpo che aveva ricevuto era stato violentissimo e i medici avevano diagnosticato contusioni ai genitali con rottura del pene. Più che una diagnosi, una sentenza.

Da quel momento per lui è cominciato il calvario, quello di passare da un medico all’altro, sperando di riuscire a recuperare la sua virilità. Cosa che a tutt’oggi non sarebbe ancora avvenuto. Nel frattempo, il giovane ha denunciato il datore di lavoro, mentre gli esperti della Medicina del lavoro hanno ricostruito l’infortunio, trovando non poche violazioni alla sicurezza nei cantieri. La prima, quella di fare trasportare all’operaio un peso che sfiorava gli 80 chili, quando la legge ne prevede al massimo 30.

Anche i guanti che i dipendenti indossavano quel giorno, secondo gli inquirenti non sarebbero stati a norma, o comunque non adatti a quel genere di trasporto, a causa del grasso che era fuoriuscito dal meccanismo di sollevamento. Di qui l’accusa di lesioni gravi nei confronti del titolare della ditta. Nel corso del processo si sono susseguiti diversi periti, ma sembra ormai accertato che il giovane non è in condizioni di avere rapporti sessuali, al punto che gli è stata assegnata anche un’invalidità del 6 per cento. Una condizione, la sua, che nel corso del tempo ha radicalmente cambiato la sua vita. Al trauma fisico si è aggiunto natuaralmente quello psicologico, è caduto in profondo stato di prostrazione che l’ha costretto ad andare in terapia e ha perso anche la fidanzata che aveva. L’unica speranza è che un intervento riesca a restituirgli la virilità, ma sembra una possibilità molto labile. Il processo è alle ultime battute, e la prossima udienza è stata fissata al 15 giugno.