Verso le elezioni, a San Marino è guerra all’ultimo voto

Conto alla rovescia: si vota domenica, i seggi rimarranno aperti fino alle ore 20. E i candidati si sbilanciano sull’esito delle urne. "Sarà ballottaggio?"

Elezioni giunte di castello (archivio Pruccoli)

Elezioni giunte di castello (archivio Pruccoli)

San Marino, 18 novembre 2016 - Hanno camminato per settimane tra la gente. Hanno tastato il polso dell’elettorato. Hanno raccontato programmi e fatto promesse. Ora, alla resa dei conti, i 258 candidati della Repubblica fanno previsioni e incrociano le dita. Molti scongiurano il voto di protesta, altri sperano di evitare il ballottaggio. Alcuni quel secondo tempo lo invocano e sono la maggioranza. Chi vincerà? Si dovrà attendere il 4 dicembre per sapere chi salirà a Palazzo? «Il nostro Paese – sono le parole di Teodoro Lonfernini (Pdcs) di ‘San Marino prima di tutto’ – non ha bisogno di vivere una situazione insolita come il ballottaggio. Invitiamo tutti ad andare a votare per evitarlo. In questa campagna elettorale nella quale non sono mancati i veleni, ci siamo limitati a parlare di proposte perché il nostro unico nemico è la crisi. Chi vincerà? Noi».

«La sensazione è che le persone vogliamo un cambiamento – spiega Marco Podeschi (Repubblica Futura) della coalizione Adesso.sm – Noi siamo il nuovo e ci auguriamo di battere il vecchio per uscire dalle secche della crisi. Il ballottaggio? E’ ragionevole pensare che per la prima volta dal 2008 ad oggi questa sia la strada. E’ un’opzione piuttosto probabile».

La parola cambiamento rimbalza sul Titano da un Castello all’altro. «Perché è quello che vuole la gente – dice Elena Tonnini (Rete) di ‘Democrazia in Movimento’ – e questo è un segnale molto positivo. Abbiamo parlato delle proposte con la gente in piazza, per le stade e lo abbiamo fatto con grande entusiasmo, anche divertendoci. Con la preferenza unica questo più che il voto di protesta sarà un voto di opinione, di consapevolezza. Abbiamo lavorato per andare al ballottaggio e crediamo possa essere così». Alla seconda chiamata alle urne crede anche Marco Severini della ‘Lista delle persone libere’. «I sammarinesi sono stanchi della vecchia politica – sottolinea – Penso che l’unica strada sia quella del ballottaggio considerando che si viaggia sull’equilibrio. Sarà una battaglia all’ultimo voto. Abbiamo potuto constatare che c’è una grande disaffezione della gente verso i partiti tradizionali».

«Visto quello che viene offerto – spiega Erik Casali della lista ‘Rinascita democratica sammarinese’ – c’è il grosso rischio del ballottaggio e chi vincerà, alla fine, non avrà la maggioranza del Paese. C’è grande indecisione, tutti dicono che vogliono cambiare. In America hanno avuto il coraggio di farlo, a noi quel coraggio manca. Speriamo che non si faccia un altro giro a vuoto».