Buco milionario, promotore alla sbarra

Trafugava le password di accesso ai conti dei clienti: spariti tre milioni di euro

PROMOTORE-FINANZIARIO-672_WEB

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Rimini, 19 febbraio 2016Tre milioni di euro in risparmi spariti nel nulla. Lui, il promotore finanziario, giura che ha fatto investimenti sbagliati, ma i suoi clienti l’hanno trascinato in tribunale. Si è aperto ieri mattina davanti al Tribunale di Rimini, il processo a M.B., 50 anni, accusato di appropriazione indebita, falso e accesso abusivo al sistema informatico.

La bomba scoppia nel 2011. L’uomo lavora per la Fineco Banca e si occupa del settore degli investimenti finanziari. Un promotore che ha circa 150 clienti che si fidano ciecamente di lui, al punto che molti di questi gli affidano tutti i loro risparmi. Gli investimenti vanno bene, almeno questo è quello che il promotore racconta loro. Ai quali spedisce regolarmente a casa la documentazione della banca che certifica che quei soldi stanno fruttando come promesso. I clienti sono tranquilli, ma non immaginano lontanamente che le carte che stanno ricevendo sono tutte fasulle. La verità è che i soldi che hanno affidato al promotore, in tutto circa 3 milioni di euro, stanno letteralmente sparendo.

Il riminese, difeso dall’avvocato Filippo Cocco, dà una versione diversa dei fatti che la Procura Distrettuale antimafia e la Guardia di finanza che hanno fatto le indagini hanno interpretato in tutt’altro modo. Lui ha sempre sostenuto infatti che aveva investito i quattrini in due aziende, una nautica e l’altra farmaceutica che erano colate a picco. Insomma, a sentir lui, stava perdendo rapidamente tutti i risparmi di quella gente, e aveva cercato di far fronte al tracollo falsificando i documenti. Secondo gli inquirenti, il promotore si era impossessato addirittura delle pasword, così da impedire alle persone di controllare online i conti veri.

Nel frattempo sperava di riuscire a risalire la china. Se qualcuno chiedeva di uscire, lui prendeva i soldi di un altro e lo liquidava. Un circolo vizioso da cui però non era riuscito ad uscire, fino a quando di soldi non ce n’erano stati più. A quel punto, ha raccontato, non aveva potuto fare altro che confessare la verità e aveva cominciato a fare il giro dei clienti, raccontando loro che cosa era accaduto. I soldi, aveva giurato, erano andati persi, inclusi quelli dei suoi genitori che aveva investito allo stesso modo. Non così per gli inquirenti, convinti invece che l’uomo si sia intascato una parte di quei quattrini. Ovviamente si era ritrovato addosso una schiera di clienti inferociti, alcuni dei quali stanno ancora trattando con la banca per il risarcimento, mentre altri si sono costituiti ieri mattina parte civile.