Prostitute a diciotto anni tra sesso e cocaina

Se le ragazze si ribellavano venivano pestate selvaggiamente dai protettori ungheresi

Due dei feroci protettori ungheresi, arrestati ieri mattina dagli investigatori della Squadra mobile; altri due sono invece riusciti a fuggire

Due dei feroci protettori ungheresi, arrestati ieri mattina dagli investigatori della Squadra mobile; altri due sono invece riusciti a fuggire

Rimini, 16 gennaio 2014 - Sesso e cocaina. Perchè insieme alla prestazione, la prostituta ungherese offriva, se richiesta, anche la dose per chiudere la serata in bellezza. Una vera e propria organizzazione, quella smantellata dalla Squadra mobile di Rimini che ha arrestato tre ungheresi e un italiano che gestivano un giro di oltre 20 ‘lucciole’, tutte tra i 18 e i 19 anni. Chi sgarrava o chiedeva di tornare a casa, veniva pestata senza tanti complimenti. All’appello degli investigatori mancano ancora due componenti della banda, ma i mandati di arresto europei sarebbero quasi pronti.

Il loro territorio era sulla Statale 16, dove avevano ‘occupato’ quasi tutte le piazzole delle aree di servizio, da Rimini Nord a Rimini Sud. Una conquista ottenuta quasi certamente a suon di minacce e intimidazioni nei confronti di altre prostitute, visto l’aumento vertiginoso negli ultimi tempi delle ungheresi. A gestire le ragazze era il gruppetto di connazionali, insieme all’italiano, Pietro Gervasi, 48 anni, un siciliano residente a Rimini, che fungeva soprattutto da. Oltre ad accompagnare le giovani donne sul posto di lavoro, aveva anche il compito di fare da sentinella, nel caso fossero arrivate le forze dell’ordine. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, alle ragazze veniva passato vitto e alloggio, mentre i soldi che guadagnavano finivano interamente nelle tasche dei protettori.

Vivevano tutti in un residence di Marina centro, dopo essere ‘emigrati’ da Viserbella. Così da avere le ragazze sotto controllo 24 ore su 24. A nessuna era concesso di sgarrare, e anche se erano state reclutate in Ungheria sapendo di essere destinate al marciapiede, a qualcuna ogni tanto veniva voglia di farla finita con quella vita e tornare a casa. Una libertà, quella di scegliere, che non era contemplata dal ‘manuale’ dello sfruttatore. Con il risultato che le facevano cambiare idea suon di pugni. Ma coma da copione, nessuna di loro ha mai presentato una denuncia, tantomeno è andata al pronto soccorso per farsi medicare. Le prestazioni andavano dai 30 ai 50 euro, e i magnaccia si mettevano in tasca almeno mille euro al giorno. Una miniera d’oro, incrementata anche dall’extra di cocaina che la prostituta era in grado di offrire al cliente più esigente. Oltre a Gervasi, l’unico con precedenti (per reati contro il patrimonio), sono finiti in carcere Zsolt Lakatos, 37 anni, Miklos Varadi, 47, e Kalman Kover, 33.