Cattolica (Rimini), 15 febbraio 2014 - Quattromila richieste di lavoro in appena 8 ore sulla nuova pagina Facebook dell’Associazione albergatori di Cattolica nel suo primo giorno di apertura sul web a fine gennaio. Anche questo è un segno della crisi. Ma purtroppo nonostante le offerte di lavoro, che aumentano con una coda di quasi 50 persone al giorno che portano i dati e curriculum presso la sede dell’associazione in via Del Prete, la realtà è che non vi sono al momento proposte di lavoro sufficienti da parte degli albergatori e anzi sono addirittura in calo rispetto agli anni precedenti.

"Purtroppo vediamo ogni giorno decine di persone — spiega il personale dell’associazione albergatori in sede — e capiamo che la realtà è difficile ma i posti richiesti al momento sono in tutto appena un’ottantina perché solo 40 alberghi cercano personale e parliamo di un paio di persone ciascuno. In sala soprattutto, poi in cucina e quindi per le pulizie nelle camere". La crisi insomma sta peggiorando anche il mercato della domanda di lavoro: "In questo momento sappiamo anche che molti albergatori non solo non assumono - spiegano ancora gli operatori dell’Aia - ma addirittura riducono il personale di un 15-20%. Chi ha una rosa di 13 dipendenti come personale estivo magari rinuncia a 2-3 assunzioni. La stagione è sempre più corta e la crisi si fa sentire anche nella gestione di strutture importanti". 

Dunque non resta che progettare altri mercati turistici (soprattutto sportivo e termale) per destagionalizzare e cercare di far lavorare di più le strutture che altrimenti tendono a fare una stagione sempre più breve. Al momento Cattolica è ancora troppo legata a sole e mare e dunque solamente ai mesi di luglio, agosto ed a metà giugno.

"Speriamo quest’anno nella Pasqua alta - affermano gli operatori - molto probabilmente dal 20 aprile al 1° maggio apriranno una cinquantina di strutture e in questo periodo il mercato del lavoro potrebbe essere interessato da una piccola scossa. Naturalmente poi maggio tornerà ad essere un mese di chiusura per poi riaprire per la stagione vera e propria".

D’altronde le aziende locali e l’artigianato non riescono più ad assorbire l’offerta di lavoro della zona ed anzi ci sono quelli che chiudono, non resta che il mercato turistico ma apputo per soli due mesi e mezzo. E così il problema sdella disoccupazione si aggrava anche per i giovani.

Luca Pizzagalli