Rimini, 31 marzo 2014 - Nel 2013 è stata la fortezza riminese di San Leo, borgo dell’entroterra per il quale è in corso lo stato di crisi regionale dopo la frana del 27 febbraio (foto), il sito archeologico statale che ha registrato più visitatori paganti in Emilia-Romagna.

Lo segnala oggi la Provincia di Rimini, dopo aver sfogliato le pagine statistiche del sito web del ministero dei Beni culturali. A San Leo si sono contate 74.684 persone, che hanno acquistato un biglietto d’ingresso lo scorso anno (solo 14 i non paganti) per un introito lordo di 470.479,50 euro.

Formalmente, solo la Basilica di Sant'Apollinare in Classe a Ravenna precede San Leo come visitatori totali, 167.889, ma di questi 118.254 risultano non paganti e l’introito lordo in questo caso ammonta a 238.507 euro.

Per dare un ordine di grandezza sulla performance e sulla capacità attrattiva della fortezza in Valmarecchia, per l’assessore al Turismo della Provincia di Rimini, Fabio Galli, “basta considerare che il circuito di Paestum e Vella, in provincia di Salerno e tra i più celebri al mondo, fa 110.748 spettatori paganti, il museo di Capodimonte a Napoli 48.753, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea a Roma 66.852, la Basilica di San Francesco con gli affreschi di Piero della Francesca a Arezzo 44.048”.

Galli aggiunge: “Al di là delle statistiche e dei discorsi più seri sulle potenzialità mai adeguatamente sfruttate (a differenza di San Leo) dal Paese per fare del suo straordinario patrimonio culturale un elemento di attrazione turistica in grado di spazzare via ogni concorrenza, rimane più modestamente da dire che negli ultimi 15 anni è cresciuto intorno ai ‘record’ leontini (non una sorpresa), e quindi sul territorio riminese tra Valmarecchia e Valconca, un tessuto di contenitori culturali (comunali, privati), riqualificati e ripristinati nella loro bellezza grazie a saggi investimenti, che davvero ha possibilità di crescita a ‘sistema turistico’ in grado di relazionarsi a testa alta con la storica componente balneare”.

I numeri di presenze turistiche nella fascia della collina riminese sono all’incirca raddoppiati dal 2008 al 2013, nonostante un lieve passo indietro registrato lo scorso anno: “Si deve partire di qui per ‘riprogettare’ un’accoglienza che non sia ‘figlia di un di minore’ rispetto alla riviera. In questo senso anche la costa, dopo gli sforzi gia’ fatti in questa direzione, ha il dovere di continuare a mettere in campo un’idea sistematica di collaborazione, sapendo bene che proprio l’entroterra puo’ rappresentare l’orizzonte di sviluppo mai completamente esplorato”, conclude l’assessore provinciale.

Fonte Dire