Riccione, 28 giugno 2014 - Una manciata di minuti, giusto il tempo che ha potuto sfruttare il braccio meccanico per abbattere le chiome di quattro pini, poi erano tutti lì, almeno una settantina a urlare attaccati alle reti di recinzione del cantiere. Come già accaduto un paio di settimane fa, c’è stato chi è entrato, facendosi largo nelle difese del cantiere rinforzate rispetto alla prima invasione. I pasionari del Trc continuano a dire «non ci fermerete» e leggono la ripresa dei lavori come una provocazione di Agenzia mobilità, che ha la direzione lavori dell’opera.

«Hanno fatto tutto in gran fretta – racconta una signora che ha forzato i blocchi trovando un pertugio -. Erano le 9 passate da poco quando la ruspa si è accesa, il braccio meccanico ha cominciato a colpire e spezzare i rami e distrutto le chiome. Ma ci si potrà comportare così? Con questa violenza? Hanno fatto tutto con una gran fretta e noi ci siamo precipitati qui». Alcuni, pochi a dire la verità, non più di quattro persone e un cagnolino, sono riusciti a infiltrarsi passando il resto della giornata in compagnia delle forze dell’ordine intervenute. I lavori si sono interrotti quasi subito all’arrivo in massa dei contestatori. Il conto dei caduti a fine mattinata segnava quattro pini distrutti. A terra l’area degli scavi era diventata verde, ricoperta dai rami caduti dalle chiome. Rabbia e imprecazioni: «Si fermino, rischiano di farla diventare la nostra Tav». Questa volta non è arrivato il parroco, ma il sindaco Renata Tosi sì, prima di avere un colloquio con il prefetto. Ci risiamo. Quando il primo cittadino ha annunciato lo stop alle motoseghe, nel cantiere si erano subito accese il giorno dopo. Adesso si è spinta a presentare un’alternativa al progetto del Trc, e il braccio meccanico ha demolito i primi pini. Intanto le reti a protezione dell’area dei lavori si alzano e diventano sempre più difficili da ‘saltare’, con la vigilanza privata che fa servizio nelle ore notturne e carabinieri e polizia costretti a intervenire anche ieri mattina per ripristinare l’ordine ed evitare problemi di ordine pubblico.

Per tutta la mattinata il presidio di una settantina di persone non ha abbandonato la zona. Tutti sull’attenti, c’erano anche Franca Mulazzani, candidata alle ultime elezioni per il Nuovo centrodestra, e il presidente dell’Associazione albergatori, Bruno Bianchini. E’ partito anche il volantinaggio. A tutti coloro che passavano veniva distribuito un foglio con scritte le cifre di consulenze, fotocopie, ricorsi, avvocati, tecnici ed altro che avrebbero collaborato fino al 2010 al Trasporto rapido costiero. Erano riportati anche i nomi di chi si sarebbe intascato i denari, un conto milionario.

Andrea Oliva