Riccione, in sala operatoria si usa l’i-Pad

Sperimentazione dell’unità operativa di Ortopedia

Il dottor Ponziani

Il dottor Ponziani

Riccione (Rimini), 1° giugno 2016 – In sala operatoria si usa l’i-Pad. A utilizzare un innovativo metodo sono stati i medichi chirurghi dell’ospedale Ceccarini di Riccione. L’Unità operativa di Ortopedia lo sta utilizzando nell’ambito degli interventi di protesi al ginocchio. L’i-pad, collocato direttamente in sala operatoria, aiuta i chirurghi ortopedici nell’individuazione del migliore orientamento possibile delle cosiddette ‘maschere di taglio’ in ogni singolo paziente. Ciò consente interventi sempre più mirati, personalizzati e con il rischio di errore umano ulteriormente ridotto.

L’Ospedale di Riccione, tra i primi in Italia, lunedì 23 maggio ha effettuato un intervento con la nuova tecnica. “Questa prevede l’apposizione di un sensore-trasmettitore sterile collegato alla maschera di taglio che viene normalmente applicata al ginocchio del paziente, senza necessità di perforare il canale midollare femorale o tibiale – premette il dottor Lorenzo Ponziani, direttore del reparto -. Il sensore trasmette i dati relativi al movimento del ginocchio ad un i-pad, a sua volta sterile, tenuto sul tavolo operatorio durante l’intervento. L’i-pad elabora in pochi secondi i dati e fornisce le eventuali correzioni da apportare sull’orientamento delle resezioni da effettuare su femore e tibia. Questo ci consente, oltre ad essere più rapidi nell’intervento, anche un ulteriore aumento della precisione della resezione”. In particolare la possibilità di errore umano è ridottissima, spiegano dall’ospedale. Inoltre il paziente può avere una ripresa sensibilmente più veloce. La prima paziente per la quale è stata sperimentata la tecnica con i-pad è una signora di 77 anni: l’intervento è riuscito e si sta riprendendo.

Già dal suo arrivo alla direzione del reparto alcuni anni fa, il dottor Lorenzo Ponziani aveva introdotto modalità innovative nell’artroprotesi al ginocchio. In precedenza sono state utilizzate maschere di taglio disegnate al computer negli Stati Uniti e inviate in Ospedale prima dell’operazione. Il metodo costituiva già un’evoluzione rispetto alle prime tecniche di protesi computer assistita o navigata.