Due riminesi bloccati in Madagascar: "Non ci fanno ripartire, siamo esausti"

Giovani operatori umanitari da giorni sono ‘prigionieri’ in aeroporto

Riminesi in Madagascar

Riminesi in Madagascar

Rimini, 30 agosto 2014 - Ci sono anche due riminesi tra gli oltre 400 turisti bloccati nell’aeroporto di Antananarivo in Madagascar. Avevano prenotato un volo Air France che avrebbe dovuto fare scalo a Parigi, prima del ritorno in Italia. Invece il 27 agosto, per un contenzioso tra le compagnie Air Madagascar e la Ue, le autorità dell’aeroporto di Antananarivo hanno bloccato l’arrivo e il decollo dei velivoli Air France. Un fulmine a ciel sereno per Letizia Soriano e Emanuele Morandi. Lei ha 31 anni ed insegna al Ceis di Rimini, dove vive da dodici anni, lui ne ha 25 e lavora nell’azienda agricola di famiglia a Santarcangelo, dove risiede. Entrambi sono partiti il 5 agosto scorso con una Ong di Ferrara, la Ibo, per un’operazione umanitaria di 25 giorni nel sud dell’isola con un altro gruppo di volontari romagnoli

. La Soriano ha già svolto altre operazioni umanitarie nel mondo, come in Palestina. «Abbiamo assistito i bambini di strada — racconta Letizia — in una casa famiglia e abbiamo anche svolto altre attività in paese. Poi il 27 agosto siamo ripartiti per la capitale del Madagascar, per tornare in Italia. Ma all’arrivo è successo il finimondo. Per uno sciopero è stato annullato il volo. Ci hanno lasciato lì in aeroporto senza dirci nulla. Abbiamo chiesto spiegazioni per ore, ma niente. Così insieme ad altre centinaia di persone abbiamo deciso di occupare gli uffici di Air France e finalmente, verso le due di notte, ci hanno dato un’assistenza base. Air France s’è limitata a offrirci un soggiorno in un albergo a pochi passi dall’aeroporto, raccomandandoci di restare a disposizione in attesa di un’improbabile soluzione». Le sorprese non sono finite qui.

«Il 28 agosto abbiamo saputo che è ripartito un volo per Parigi, ma non ci hanno fatto andare. Non abbiamo capito perché. Altri hanno speso soldi per altri voli alternativi ma carissimi. Noi siamo tutti volontari e non possiamo permetterci di prendere altri biglietti. Siamo andati in massa a parlare con i vari consolati e le ambasciate italiane, spagnole, francesi. Ma nonostante questo non abbiamo ancora capito che cosa succederà. Forse domani mattina (oggi per chi legge, ndr) arriverà un aereo per riportarci a casa, ma ci sono 300 posti e noi siamo oltre 400 passeggeri. Non so con quale criterio decideranno chi far ripartire. Se non riusciamo a tornare con questo volo dovremo aspettare fino al 2 settembre».

La situazione è preoccupante, secondo quanto racconta la Soriano: «Tra noi ci sono anche bambini e persone anziane, che hanno finito le medicine e hanno bisogno di cure. Non possono lasciarci qui». Una situazione incredibile, estenuante. Anche le famiglie dei due riminesi sono preoccupate, ma sentono quotidianamente i due volontari. «Grazie a una scheda telefonica internazionale — commenta ancora Letizia — che ci viene ricaricata in continuazione riusciamo a tenerci in contatto con l’Italia. La permanenza in aeroporto però si fa sempre più insostenibile. Siamo esausti». E la situazione potrebbe anche peggiorare. Il numero dei passeggeri bloccati in Madagascar rischia infatti di aumentare ulteriormente con il trascorrere delle ore.