Sangue a San Giuliano, gli sparano davanti a casa, lotta con la morte in ospedale

Il 51enne Augusto Mulargia operato d’urgenza all’arteria femorale FOTO

Sul posto sono subito arrivati i carabinieriLe indagini dopo l’agguato

Sul posto sono subito arrivati i carabinieriLe indagini dopo l’agguato

Rimini, 6 aprile 2016 - I sicari lo stavano aspettando appostati nell’ombra, e appena l’hanno visto spuntare in bicicletta hanno aperto il fuoco. Augusto Mulargia, 51 anni, riminese trapiantato alle Canarie, è crollato a terra in una pozza di sangue. Una delle pallottole l’ha colpito all’arteria femorale e ieri sera tardi lo stavano ancora operando, cercando di salvargli la vita. Ora gli investigatori stanno cercando di capire se chi voleva la sua morte sia legato al suo passato di pregiudicato o se invece ci siano nuovi nemici da cercare.

Teatro dell’agguato, via Carlo Zavagli, davanti al n.74, la casa dei genitori di Mulargia. Lui vive da tempo alle Canarie con moglie e figlio, e torna a Rimini solo durante l’estate o le feste comandate. Molti anni fa era un tossicodipendente, i suoi precedenti sono soprattutto legati alla droga: rapine, furti e spaccio. Ma, dicono, la sua salvezza era stata quella di andarsene da qui. All’estero si era rifatto una vita, aveva aperto un bar-gelateria e qui in città era da un pezzo che polizia e carabinieri non sentivano più parlare di lui. Da una prima ricostruzione fatta dagli investigatori, Mulargia era arrivato sabato scorso, e come ogni volta si appoggiava alla casa dei suoi. Doveva prendere dei documenti per la scuola del figlioletto e non sembra che il suo viaggio avesse altro scopo. Ieri sera era andato a cena fuori in un ristorante del centro con alcuni parenti, e poco dopo le 20,30 sono rientrati. Loro in auto, lui da solo in bicicletta.

Gli inquirenti stanno ancora interrogando amici e familiari, ma non sembra che l’uomo avesse paura di qualcosa. Eppure qualcuno lo stava aspettando sotto casa, come se sapesse che stava arrivando. Mulargia è crollato proprio davanti al cancello, e quando la gente è uscita fuori, c’era soltanto lui steso sull’asfalto. Nessuno sembra avere visto granchè, tranne un signore che stava scendendo da via Coletti e che ha visto una macchina, forse un’utilitaria, che si allontanava velocissima a fari spenti. Non sa dire se dentro ci fossero una o due persone. Niente targa o modello, era troppo buio. Forse chi ha sparato non è nemmeno sceso dall’auto. Pochi minuti dopo, e via Carlo Zavagli era attraversata dalle sirene di ambulanza e carabinieri.

Per gli investigatori non sarà facile scoprire chi e perchè lo voleva morto. Il suo passato è pieno zeppo di gente poco raccomandabile, ma sul suo presente gli inquirenti riminesi sanno poco o niente. Non escludono che il tentato omicidio sia legato a qualcosa che è avvenuto anni fa, ma è più probabile che in mezzo ci sia qualcosa che ancora non sanno. Nessuna aspetta tanto tempo prima di farla pagare, e qui in riviera non sono molti quelli che regolano i conti in questo modo.