Valerio Braschi durante l'ultima puntata di Masterchef
Rimini, 22 febbraio 2017 - Nessuno se la cava meglio degli emiliano-romagnoli ai fornelli. Avanti a pane (ma anche ingredienti più pregiati...), amore (per la cucina) e fantasia (nella realizzazione dei piatti). L’insindacabile verdetto dei giudici-cuochi di Masterchef – popolare trasmissione televisiva dedicata ai cuochi amatoriali in onda sui canali Sky – dice questo.
L’anno scorso il quartetto formato dal bolognese Bruno Barbieri, Joe Bastianich, Antonino Cannavacciuolo e Carlo Cracco ha premiato la ravennate Erica Liverani. Nel 2011, all’esordio del programma sul piccolo schermo italiano, ha trionfato il modenese di origini greche Spyros Theodoridis.
E quest’anno? Quattro emiliano-romagnoli tra i venti finalisti: Valerio Braschi da Santarcangelo, Cristina Nicolini di San Marino, Roberto Perugini di Predappio, la cesenate Alves ‘Lalla’ Pedriali, più la marchigiana Giulia Brandi (Fermignano, Pesaro Urbino). In due, Valerio e Cristina, sono ancora in gara (domani in onda la decima puntata). Più o meno le stesse proporzioni nel 2016: cinque emiliano-romagnoli – tra i quali la vincitrice – tra i venti finalisti. È la passione per il cibo che si fa largo. Aiuta nascere e crescere in una terra che del food – come dicono gli esperti – fa da sempre la sua specialità? Risposta: sì. Lo dice Masterchef. Ma anche la storia.