{{IMG_SX}}Rovigo, 14 luglio 2008 - AUMENTANO le ‘vittime’ della banda dei clonatori di postamat. Proprio l’altro giorno, sul tavolo della Questura di Rovigo, è arrivata un’altra bella manciata di denunce di persone che si sono accorte di aver subito indebiti prelievi dal loro conto. Alle denunce dei giorni addietro, così, se ne sommano altre quattro. La somma prelevata dai clonatori è sempre quella: 500 o 600 euro per conto. Quindi il ‘bottino’ accumulato dai truffatori soltanto nei confronti di queste ultime quattro vittime è di circa 2mila euro.

Le denunce, fino ad ora, sono una quindicina e gli sportelli incriminati sempre gli stessi: quello di Corso del Popolo e quello di via Amendola.
Il caso dei ‘postamat clonati’ è esploso qualche giorno fa, quando una signora, andato allo sportello automatico per fare un prelievo, ha cercato di inserire la tessera magnetica nel lettore e ha capito che c’era qualche cosa che non andava, chiamando immediatamente la polizia. L’episodio è successo nella succursale uno di Poste Italiane, in Corso del Popolo 407, dove si sono recati immediatamente gli agenti delle Volanti assieme ai colleghi della squadra mobile - diretta dal vicequestore aggiunto Leo Sciamanna - e della scientifica che hanno ispezionato immediatamente lo sportello.

E così sono bastati pochi minuti per confermare i sospetti della signora. Nel bancomat, infatti, è stata rinvenuta un’apparecchiatura in grado di carpire i dati delle tessere magnetiche dei clienti assieme al relativo codice pin. Insomma, tutto il necessario per clonare la carta e impossessarsi del denaro presente all’insaputa ovviamente della sfortunata vittima. La squadra mobile sta cercando di risalire all’identità dei malviventi che hanno preso di mira lo sportello. Prezioso sarà anche il lavoro della scientifica che ha fatto tutti i rilievi del caso a caccia anche di una sola impronta lasciata dai malfattori. Un lavoro che si annuncia molto difficile dato che il bancomat si trova in una zona di passaggio ed è utilizzato da molte persone. Resta da capire quando i ‘clonatori’ si siano avvicinati allo sportello inserendo il chip necessario per il loro ‘lavoretto’.