{{IMG_SX}}Rovigo, 27 febbraio 2009 - L'ipotesi di costruire una centrale nucleare a Porto Tolle è durata meno di 48 ore. Mercoledì Giancarlo Galan aveva candidato proprio il comune del Polesine per ospitare una struttura del genere. Oggi il Governatore del Veneto ha fatto marcia indietro.
"A dire il vero - ha detto Galan- i tecnici mi hanno detto che quel sito non va bene. Non mi si chieda perché. Non è competenza mia indicarne uno, né sapere i motivi in base ai quali decidono i tecnici. Ma mi è stato detto che Porto Tolle non è un sito adatto. Credo infatti che tra i quattro siti italiani, nessuno di questi riguarderà il Veneto".

 


Ieri, prima che gli esperti suggerissero a Galan che indicare in Porto Tolle un sito adatto ad ospitare un centrale nucleare era un errore, molti avevano bollato come inappropriata la proposta fatta dal Governatore. E c’è stata una vera e propria levata di scudi contro la candidatura di Porto Tolle.
"La nostra contrarietà al nucleare - dice Guido Romanin, consigliere comunale dei Verdi a Palazzo Nodari - è risaputa. E’ una tecnologica vecchia, non più conveniente, soprattutto perché non si è ancora risolto il problema delle scorie. Poi è assurdo che venga proposto il cuore del Parco del Delta, sito tutelato peraltro dall’Unesco, per ospitare questo impianto. E’ la stessa idea di fare del Delta il centro di un polo energetico che noi contestiamo: sia questo a carbone o nucleare".

 


Una critica sposata completamente anche dall’assessore all’Ambiente della Provincia di Rovigo Giancarlo Chinaglia. "In generale - dice l’assessore Chinaglia - non credo al nucleare. La considero una tecnologia superata. Ma individuare Porto Tolle per costruire una centrale questa è la cosa più impensabile del mondo. Forse Galan aveva in mente l’acqua, che serve per le centrali e che noi abbiamo in abbandanza. Ma allora perché non dire Venezia o Iesolo?".

 


Se gli strali
polemici sono arrivati dai politici polesani dell’opposizione, anche il deputato di An Luca Bellotti si è sentito in dovere si fare dei ‘distinguo’ sulla vicenda.
"Benvengano le centrali nucleari - afferma il rappresentante di An - ma non a Polesine Camerini. Ritengo che la fragilità del sottosuolo non sia adatta ad ospitare quelle strutture così pesanti. Il quel sito non si supererebbe neppure il primo test idraulico-territoriale per la costruzione di una centrale".
Anche Fabrizio Rossi, presidente degli Industriali di Rovigo apre le porte al nucleare ma sulla scelta di Porto Tolle non si pronuncia. "Spetta ai tecnici non ai politici individuare dove queste strutture possano essere costruite. Più in generale una diversificazione delle fonti energetiche è necessaria, quindi benvenga anche il nucleare".

 


Ieri a palazzo Ferro-Fini il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale Giovanni Gallo aveva annunciato l’immediata raccolta delle firme di consiglieri necessarie per chiedere, a termini di regolamento, al presidente Marino Finozzi di convocare una seduta straordinaria dell’assemblea legislativa veneta dedicata alla discussione delle tematiche del nucleare.
"Capisco l’entusiasmo del Presidente Galan sull’onda dall’accordo tra Berlusconi e Sarkozy - dice Gallo - ma una questione così delicata deve assolutamente essere sottoposta ad una approfondita discussione in Consiglio regionale".

 


Il segretario regionale del Pd Paolo Giaretta pur non dichiarandosi pregiudizialmente contrario al nucleare attacca invece direttamente Galan. "Chi governa il Veneto - afferma il senatore Giaretta - non è stato in grado di dire una parola definitiva sulla centrale a carbone nel Polesine o sull’adozione di fonti rinnovabili".
Secondo il presidente Enel Piero Gnudi l’obiettivo indicato dal ministro dello Sviluppo economico Scajola di avere, entro il 2020, il 25% del fabbisogno energetico soddisfatto con il nucleare è "realistico, a patto che le autorizzazioni procedano con rapidità".