{{IMG_SX}}Rovigo, 27 aprile 2009 - Previsioni nere da qui a dicembre, secondo i dati di Unioncamere, che fanno anche riferimento agli studi di Prometeia. Nonostante qualche segnale di ottimismo rilanciato in questi giorni da più parti, anche ai massimi livelli, per il Veneto ci si attende nel 2009 un Prodotto Interno Lordo in picchiata ben oltre il 2% e per Rovigo le previsioni sono ancora (seppur leggermente) più nere. La spesa delle famiglie destinata ai consumi, sempre con riferimento alle previsioni sul 2009, è destinata, secondo gli studi citati, a ridursi quasi dell’1%, mentre gli investimenti fissi lordi dovrebbero flettere addirittura del 7%.


Sono i due dati di stima più preoccupanti, perché lasciano i segnali ripresa di là da venire per gli aspetti macroeconomici di più largo impatto sociale. Entro dicembre potrebbero così mancare all’appello un 2-3% delle unità produttive locali e regionali e la disoccupazione potrebbe assestarsi in regione tra il 5-6%, in Polesine tra il 6-8%, con punte, non improbabili, anche nettamente peggiori. Scenari, come si vede, gravi, appesantiti pure dalla necessità per gli imprenditori di trovare sostegno nel credito di fronte ai momenti di difficoltà già in corso o attesi. A Rovigo, ad esempio, solo il 44% degli imprenditori del commercio ritiene stabile, cioè analoga a prima della crisi, la domanda di credito, come dire che c’è una rincorsa a prestiti, per la variazione di fondi e scorte, di liquidità, che non è nemmeno sempre facile ottenere.


Il “clima di fiducia” tra gli imprenditori veneti ha così toccato nelle ultime settimane il picco minimo del 60% e molto è certamente dipeso anche dall’enorme rallentamento della domanda di prodotti che proviene dall’estero. Rovigo, che nel 2008, ha salvato la sua economia territoriale proprio facendo leva su un export in ascesa, fino ad oltre il 20% rispetto al 2007, deve guardarsi dalla grande frenata generale della domanda estera, scesa, ad inizio del 2009, nelle punte estreme, anche a livelli oltre il 20%.


Saranno certo mesi di sofferenza, ma segnali positivi comunque iniziano ad arrivare: ad esempio la ripartenza del mercato dell’auto, che aveva condannato il Polesine, nel 2008 rispetto al 2007 (e solo per effetto dell’ultimo trimestre) ad un calo netto di immatricolazioni vicino al 18%: 8205 immatricolazioni-auto nel 2008 di contro alle 9958 del 2007! Ora gli incentivi statali hanno contribuito a fare rialzare la testa al settore. E così segnali positivi potrebbero arrivare presto anche dall’edilizia o dai prodotti più innovativi, che già hanno contribuito negli anni scorsi a dare forza all’economia del territorio. Un 2009 ad “incrocio” di dita.