{{IMG_SX}}Rovigo, 17 luglio 2009 - Si sblocca la vicenda della riconversione a carbone della centrale Enel di Porto Tolle. Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha firmato il decreto della Valutazione  di impatto ambientale (Via). La centrale, spiega una nota del ministero, avrà una potenza di potenza di circa 2.000 Megawatt e "sarà in grado di produrre circa il 5% del fabbisogno nazionale e circa un terzo del fabbisogno della Regione Veneto".


L'investimento previsto è di circa 2,2 miliardi di euro. I lavori dureranno quattro anni e mezzo ed impegneranno in media 1.600 unità con punte di 3.500. Una volta a regime, i posti di lavoro fissi saranno 350, che saranno raddoppiati grazie all'indotto. L'opera, assicura il ministero dell'Ambiente, "avrà un positivo impatto sull'ambiente" con la riduzione di ossidi zolfo, azoto e polveri tra il 70-80% rispetto all'assetto attuale ad olio combustibile e la riduzione di emissioni di circa due milioni di tonnellate di CO2 all'anno. L'impianto potrà inoltre utilizzare come combustibile biomasse e Cdr da rifiuti.


Il ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo esprime tutta la sua soddisfazione: "Si chiude cosi' un iter durato sette anni. Soddisfatto anche il Comitato d’azione dei lavoratori della centrale di Porto Tolle: ‘’Con il progetto di conversione da olio combustibile a carbone pulito della centrale - afferma in una nota Maurizio Ferro, portavoce del Comitato - il Polesine beneficerà dell’indotto che farà uscire l’economia dal profondo stato di crisi che, da inizio anno, ha contato oltre 3.000 lavoratori in cassaintegrazione e altre centinaia in mobilità o disoccupati’’.


''Il lavoro
di squadra del governo Berlusconi, dei ministri Prestigiacomo e Scajola e del governatore del Veneto Giancarlo Galan - prosegue Ferro - ci sta avvicinando alla svolta, ormai prossima con la firma del decreto Via da parte del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi. Sara' una giornata storica, in termini di sviluppo sostenibile: per l'economia del Polesine, che beneficera' dell'indotto di 350 milioni di euro dal cantiere, e per la sicurezza energetica in Italia, oggi 'petrolio e gas-dipendente'".