Aveva distrutto l’auto in un incidente, poi ha simulato una rapina: denunciato

Badia Polesine, il 29enne smascherato dai carabinieri

Daniel Cestarollo, 29 anni, di Lendinara. Nel tondo la Fiat Punto nera distrutta dopo l’incidente. Il 29enne è stato denunciato per simulazione di reato.

Daniel Cestarollo, 29 anni, di Lendinara. Nel tondo la Fiat Punto nera distrutta dopo l’incidente. Il 29enne è stato denunciato per simulazione di reato.

Rovigo, 7 febbraio 2016 - Era tutta una bugia. I due rapinatori ‘mascherati’, armati di fucile, che si aggiravano per Badia Polesine giovedì notte, in verità, non sono mai esistiti.

Daniel Cestarollo, il 29enne di Lendinara che aveva raccontato di essere stato vittima di una violenta rapina, messa a segno da due uomini incappucciati, mentre si trovava a bordo della sua auto, nei pressi di Badia, ha ammesso di essersi inventato quell’agguato rocambolesco. Uno ‘scherzo di carnevale’ che potrebbe costargli da uno e tre anni di reclusione. E’ stato infatti denunciato in Procura per simulazione di reato. Il 29enne, in realtà, giovedì notte, era finito con l’auto in uno scolo, all’altezza di via Masetti, danneggiando pesantemente la sua Fiat Punto nera. Aveva paura di spiegare ai genitori quell’incidente, ingente infatti la spesa da affrontare per riparare il mezzo semidistrutto, a causa di quella banale distrazione. L’operaio ha dunque pensato inscenare la storia della rapina, creando non poca preoccupazione, non solo alla famiglia, ma anche a tutto il paese, dove era già scattata, attraverso i social network, «la caccia ai banditi».

Una storia che però non aveva mai convinto i carabinieri della stazione di Badia Polesine intervenuti dopo la denuncia di rapina fatta dall’operaio. Cestarollo si era infatti presentato in caserma venerdì per denunciare l’accaduto. Secondo il suo racconto, aveva raggiunto Badia, intorno alle 3 di notte, per prelevare una somma di denaro da uno sportello bancomat, soldi che gli servivano il giorno dopo. Azione confermata anche dalle telecamere di videosorveglianza dell’istituto di credito. Imboccata poi via Masetti, aveva detto di essere stato bloccato da due individui con il volto coperto da un passamontagna che lo avevano costretto a fermarsi e a scendere dall’auto, colpendolo al volto con il calcio di un fucile. I rapinatori - secondo l’operaio, due uomini dell’est - dopo averlo derubato del denaro che aveva appena prelevato, si erano dati alla fuga con la sua Fiat Punto. Il 29enne aveva dunque fatto ritorno a casa a piedi. Una volta arrivato, con il volto sanguinante, aveva raccontato ai genitori di essere stato vittima di una rapina. I famigliari, preoccupati per il grave episodio accaduto al figlio, lo avevano accompagnato al Pronto soccorso di Trecenta per curare quella brutta ferita, giudicata poi dai sanitari guaribile in 25 giorni. La verità, però, dopo poche ore, è venuta a galla. I militari avevano infatti rinvenuto la Fiat Punto dell’operaio in uno scolo di via Masetti con all’interno, nascosti sotto al sedile, i 250 euro. Cestarollo interrogato e messo alle strette dai carabinieri, ha dunque confessato di essersi inventato tutto.