Pugno di ferro sulla prostituta killer, condannata a 14 anni Cleide De Paula

Due anni fa uccise un cliente a colpi di bastone di Caterina Zanirato

(Foto Donzelli)

(Foto Donzelli)

Rovigo, 17 luglio 2014 - La condanna per Cleide Aparecida De Paula, la prostituta brasiliana che uccise un suo cliente due anni fa, è arrivata. Per quanto attenuata rispetto alle richieste del pubblico ministero, Fabrizio Suriano, che aveva chiesto una condanna a 21 anni: per i giudici della Corte d’Assise non si tratta di omicidio volontario ed è stato riconosciuto un parziale vizio di mente alla 45enne di origini brasiliane. La donna è stata quindi condannata a quattordici anni di reclusione e 75mila euro di provvisionale da pagarsi alle parti civili, a cui dovrà aggiungere tre anni da scontare in un ospedale psichiatrico. Il dispositivo della sentenza è stato letto alle 11.46, dopo poco meno di un’ora e mezzo di camera di consiglio, dalla Corte d’assise di Rovigo presieduta dal giudice Marcello D’Amico. Cleide Aparecida De Paula, ex prostituta brasiliana già in carcere, è stata quindi condannata per per l’omicidio di Andrea Marcomin, postino di Adria ucciso nell’abitazione dove la donna riceveva i clienti in via Modena Colorni a Rovigo la sera dell’11 ottobre 2012.

Il giudice D’Amico ha riconosciuto la non premeditazione e il vizio parziale dato lo stato mentale della 45enne, reclusa da allora nella casa circondariale di Montorio, alle porte di Verona, condannandola come detto a 14 anni di carcere, espiati i quali sarà trattenuta per altri tre anni in una casa di cura. E’ previsto però anche un risarcimento per le parti civili. Complessivamente, la De Paula dovrà risarcire in via provvisionale — anche se la questione sarà poi argomento di un separato giudizio — 75mila euro alle parti civili, quattro in tutto (i famigliari della persona uccisa), cui andranno a sommarsi 12mila euro di spese legali.

Soddisfatto l’avvocato Anna Osti, che difendeva la donna e che ha raccontato delle prime parole rese dalla sua assistita, apparsa a detta del legale sollevata dall’aver evitato l’ergastolo prima e felice della possibilità della misura finale, in un istituto di recupero, poi, per ritrovare una vita. «Siamo soddisfatti per il lavoro svolto, Cleide De Paula dopo aver scontato la condanna potrà ritornare a vivere». De Paula, infatti, ha avuto una vita costellata di esperienze negative, più volte molestata sessualmente in Italia, obbligata a riti sessuali scabrosi, cadendo nel vortice dell’alcol e degli psicofarmaci. Per questo da diversi anni era in cura psichiatrica. «Cleide ha ucciso Marcomin in un raptus di rabbia scatenato dal suo scompenso, dalla sua psicosi — spiega Osti —. Si è scatenato proprio quando il postino le parlò di pratiche pedofile, mentre era in corso un rapporto sadomaso, e lei si ribellò, perdendo la ragione: vive una condizione psicopatologica di odio e aggressività verso l’oggetto che vede come ‘cattivo’, che gli ha creato un’esplosione di rabbia».

Fatti i debiti calcoli, inoltre, dei 14 anni di pena previsti, quasi due son già stati scontati in regime preventivo e con i vari sconti di pena e la buona condotta l’ex prostituta sudamericana, rea confessa di quell’omicidio non premeditato, potrebbe tornar libera tra una decina d’anni o forse addirittura meno.

Caterina Zanirato