Crolla l'intonaco all'università, impiegate salve per miracolo

Le due donne: "Pensavamo al terremoto, siamo fuggite"

Crolla l'intonaco all'università, due impiegate salve per miracolo (foto Donzelli)

Crolla l'intonaco all'università, due impiegate salve per miracolo (foto Donzelli)

Rovigo, 29 ottobre 2014 - Tragedia sfiorata ieri mattina al Cur. Un pezzo di intonaco si è staccato improvvisamente dal soffitto di un ufficio della sede universitaria di via Marconi, cadendo sulla scrivania di due impiegate. Erano da poco passate le 11.30 quando le due donne stavano svolgendo le loro mansioni all’interno di un aula, al primo piano dell’edificio. Ad un certo punto però avvertono uno strano scricchiolio, senza capirne la provenienza.

Il rumore si fa sempre più intenso, tanto da allarmare le due dipendenti. Una di loro, Erica, temendo si potesse trattare di una scossa di terremoto è corsa fuori dall’ufficio. La collega, d’istinto, l’ha seguita. Il tempo di varcare la porta della stanza e il soffitto è improvvisamente crollato sopra le scrivanie ed il desk informativo. Un colpo violentissimo che ha piegato il bancone e distrutto i computer. Il tonfo è stato avvertito in tutte le aule, seguito dalle urla delle due impiegate che, nel frattempo, avevano assistito alla scena dall’uscio della porta.

Il personale accorso ha subito lanciato l’allarme, suonando le campanelle e le sirene previste dai dispositivi di sicurezza. Gli studenti, a quel punto, sono scappati fuori dalle aule, cercando protezione sulle scalinate esterne. Il direttore del Cur, Roberto Mazzoni, che al momento del crollo si trovava nell’ufficio accanto, è subito rientrato all’interno dello stabile per capire la dinamica di quanto era successo.

«Appena ho visto la dimensione del pezzo che si era era staccato dal soffitto, ho capito subito la gravità dell’incidente». L’ovale di intonaco che si è scollato ha infatti uno spessore di alcuni centimetri. Si tratta di sistemi di costruzione di un secolo fa. L’edificio infatti è stato costruito durante il regime fascista, ospitando, prima dell’insediamento del consorzio, le scuole medie ‘Riccoboni’. «Avevamo terminato un anno fa i lavoro di ristrutturazione di alcune aule e dell’entrata, dopo che il terremoto aveva fatto diversi danni anche alle strutture portanti dello stabile — spiega Mazzoni —. La ditta che abbiamo incaricato per l’esecuzioni dei lavori, tramite i relativi tecnici ed ingegneri, ci ha rilasciato il certificato di sicurezza. Dunque siamo rientrati tranquilli all’interno dell’edificio, una volta terminati i lavori». Dopo il crollo i ragazzi sono rientrati nelle aule per continuare le lezioni. Ma il clima in classe era abbastanza teso, visto l’entità dell’incidente.

«Abbiamo tenuto gli occhi fissi al soffitto — spiegano alcuni ragazzi —. Non so con quale criterio di sicurezza ci hanno permesso di rientrare». Non è la prima volta che il controsoffitto della facoltà di giurisprudenza crolla sul pavimento, sfiorando una tragedia. Nel 2013 era successo fortunatamente durante il weekend».