Rovigo, 11 novembre 2009 - Test anti-droga in Parlamento, un’idea che divide e fa discutere. E mentre a Roma alcuni parlamentari hanno già messo a disposizione saliva e capelli per sottoporsi al test, i rappresentanti polesani si dividono sulla questione, perplessi sull’utilità di un metodo che, "applicato in questa maniera, ha ben poca utilità".


Perlomeno è quello che pensa l’onorevole Luca Bellotti (Pdl), interpallato insieme alla collega Emanuela Munerato (Lega Nord), entrambi molto scettici sulla vicenda. Uno scetticismo sul quale Bellotti sembra comunque intenzionato a sorvolare visto che, tra perplessità e poca convizione, si sottoporrà ugulamente al test. Contraria invece la Munerato, decisa a non eseguire alcun tipo di analisi.
La disponibilità da parte dell’onorevole Bellotti, a dire il vero, è stata data a denti stretti, dopo diversi attimi di esitazione.


"Lo ritengo un provvedimento sterile e inutile — ha polemizzato Bellotti — Avrebbe un senso se fosse reso obbligatorio per tutti, ma così serve solamente a riempire una lista dei ‘buoni che non si drogano’, e di quelli che invece lasciano adito a possibili sospetti".


Già in un altro episodio Bellotti si era reso disponibile al drug test, eseguito dopo il polverone sollevato dal servizio delle Iene sull’utilizzo della droga in Parlamento.
Di tutt’altro avviso l’onorevole Emanuela Munerato, intenzionata a non aderire ai controlli. "Mi sento quasi offesa — ha dichiarato — Eseguito in questa maniera credo sia totalmente inutile".

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