Rovigo, 25 marzo 2010 - Si lavora senza sosta fin da ieri per riportare alla normalità la situazione sullo scolo Poazzo. E mentre le forze dell'ordine lavorano per risalire ai responsabili, continua il divieto di pesca e utilizzo dell'acqua nei comuni di Canaro, Occhiobello e Polesella. Uno stop decretato ieri, e che con molta probabilità proseguirà per tutta la giornata. Nel frattempo l'Arpav sta monitorando le acque, con campionamenti per verificare l'effettivo stato di salute dello scolo. Questa mattina l'agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale ha esortato i sindaci a bonificare le sponde dello scolo, per eliminare le macchie oleose che si sono depositate dopo lo sversamento.

IL FATTO. Uno sversamento d’idrocarburi che ha inquinato nei giorni scorsi gli scoli consorziali Mainarda e Poazzo. Dopo le giornate di apprensione per il disastro ecologico che si è verificato a Monza con conseguenze anche sul Po e sul Polesine l’incubo inquinamento torna infatti a far preoccupare le nostre terre. La comunicazione giunta ai comuni di Occhiobello, Canaro e Polesella a cura del Consorzio di Bonifica ha dell’incredibile. I primi avvistamenti della macchia nera sono stati fatti già nella serata di martedì e, nel corso della notte, l’ipotesi si è trasformata in certezza. I tecnici del Consorzio di Bonifica e i vigili del fuoco, immediatamente intervenuti, hanno infatti accertato lo sversamento d’idrocarburi da una condotta di via Pepoli, a ‘valle’ del depuratore di Santa Maria Maddalena, dove è intervenuta la società di depurazione ‘Sodea’. L’onda nera si è poi riversata nello scolo Mainarda e conseguentemente anche nel Poazzo che attraversa i territori di Canaro e Polesella.

I RESPONSABILI. Sulla vicenda, ad ogni modo, stanno già indagando i carabinieri della Compagnia di Castelmassa che hanno l’obiettivo di risalire ai responsabili dello sversamento che, più che di natura accidentale, potrebbe essere di origine dolosa. Il rapido intervento dei vigili del fuoco, comunque, pare sia riuscito ad evitare che la macchia raggiungesse la foce del canale e quindi il Po.


GLI INTERVENTI. La prima operazione è stata quella del posizionamento di una barriera assorbente — i cosiddetti salsicciotti — sullo scolo Poazzo, tra i comuni di Canaro e Polesella. Un intervento seguito dai sopralluoghi a cura dei tecnici Arpav per accertare la natura superficiale delle acque dello scolo. Fatto sta che le tracce di idrocarburi erano ben visibili anche a occhio nudo in buona parte del tratto dello scolo Poazzo, fino all’imbocco con l’altro scolo consorziale Mainarda, proveniente da Santa Maria Maddalena. La situazione accertata è apparsa molto critica, in prossimità della chiavica tra il Mainarda e Poazzo dove è stata accertata la presenza della grossa chiazza.

I DIVIETI. L'inquinamento ha messo in allarme tre dei Comuni più importanti della fascia rivierasca dell’Alto Polesine. Si tratta di Occhiobello, Canaro e Polesella che hanno immediatamente disposto il divieto assoluto di pesca, nonché il divieto di utilizzo per qualsiasi scopo delle acque provenienti dal canale consorziale del Mainarda e Poazzo. Una decisione che si è resa necessaria al fine di salvaguardare la salute e l’incolumità pubblica, nell’attesa di ulteriori accertamenti ed in vista di individuare azioni di salvaguardia per l’eliminazione delle situazione di pericolo che si sono create negli scoli consorziali. I tecnici del comune di Canaro hanno inoltre provveduto per l’intera giornata di ieri a monitorare il passaggio di quest’onda nera, a ridosso della barriera assorbente, la quale ha arginato parzialmente il passaggio verso Raccano. Ora si spera che le indagini delle forze dell’ordine possano accertare l’identità di chi ha provocato l’inquinamento.