Rovigo, 20 lulgio 2011 - IL PALAZZO dei fannulloni. C’era chi andava a fare la spesa, soprattutto al mercato settimanale del martedì, chi entrava e usciva per più brevi commissioni o per un caffé. Chi invece si faceva timbrare il cartellino e non si vedeva in ufficio se non per qualche ora o chi addirittura usciva immediatamente dopo aver timbrato il cartellino, giustificando l’assenza come ‘missione’. Sono ben 101, su 115, i dipendenti della Regione Veneto della sede di viale della Pace, a Rovigo, che saranno chiamati a rispondere davanti ai giudici, a vario titolo e con diversa responsabilità, di truffa allo Stato e falso in atto pubblico per decine di episodi di presunto assenteismo. La Procura di Rovigo ha infatti chiuso nei giorni scorsi l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Sabrina Duò, che ha passato al setaccio il comportamento, sul luogo di lavoro, dei dipendenti del palazzo di vetro di Rovigo.

Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, erano partite da alcune segnalazioni e lamentele all’inizio del 2010. Per verificare gli episodi di allontanamento dei dipendenti dal luogo di lavoro le Fiamme Gialle hanno monitorato tramite riprese video e fotografiche gli spostamenti del personale della Regione per diversi mesi. Oltre 170 ore di filmati che avrebbero accertertato che molti dipendenti, in pratica la maggior parte, d’abitudine si allontanavano dall’ufficio più volte nell’orario di lavoro. I finanzieri hanno poi proseguito l’indagine incrociando ai filmati e alle fotografie, una serie di documenti che vanno dai tabulati meccanografici, ai badge magnetici (i cartellini), ai fogli di presenza, agli ordini di uscita e i permessi, svolgendo esami tecnici anche sul materiale informatico, come ad esempio l’hard disk del videoregistratore.

TUTTO IL MATERIALE era stato formalmente richiesto con decreto del magistrato alla Regione Veneto a luglio dell’anno scorso, quando le indagini già andavano avanti da alcuni mesi, ed era stato acquisito anche grazie alla collaborazione dei dirigenti e degli amministratori di palazzo Balbi a Venezia, come confermato anche dal vicepresidente della Regione Marino Zorzato, in qualità di responsabile delle risorse umane. Un lavoro certosino, quello delle Fiamme Gialle, che ha richiesto tempo ma che alla fine ha portato per ben 101 dipendenti all’accusa di truffa allo Stato e falso in atto pubblico. Due soltanto, nel corso dell’indagine le posizioni archiviate, dato che le indagini erano partite dall’esame di 103 posizioni. Ora toccherà ai giudici valutare la rilevanza di ogni singolo caso e ai dipendenti spiegare i motivi delle assenze, si sia trattato di pochi minuti o di ore, e dell’uso quantomeno disinvolto del cartellino.