Rovigo, 31 agosto 2011 - Andare all’ospedale può diventare un’impresa ardua, soprattutto se, per evitare lunghe liste d’attesa, si cerca di andare fuori provincia. Ne sa qualcosa Tullio Boschini, 64 anni, la cui piccola odissea per un’ecografia addominale, per fortuna, ha un lieto fine ma fa capire quanto anche gli ospedali pubblici, in tempi di tagli, cerchino di razionalizzare il più possibile le poche risorse rimaste a favore dei ‘propri’ pazienti. Dunque, all’inizio di agosto, Boschini aveva bisogno di prenotare un’ecografia entro novembre, per andare ad una visita specialistica.

«Ho chiamato il punto sanità di Castelmassa per un appuntamento a Trecenta e c’era posto il 22 febbraio 2012», racconta il paziente. La soluzione più facile sarebbe stata rivolgersi ad una struttura privata convenzionata con l’Ulss. «L’ho fatto in passato — precisa Boschini — ma hanno sbagliato la diagnosi e da allora ho deciso di rivolgermi sempre al pubblico». Così, ha chiamato il cup dell’ospedale di Legnago a cui spesso si rivolgono molti altopolesani. «L’operatore mi ha dato un appuntamento per ottobre, quando ha capito che non ero della provincia di Verona, voleva togliermelo — confida Boschini, sbigottito — a quel punto mi sono arrabbiato e gli ho detto che avrei reclamato e sarei andato fino in fondo, così ha cambiato idea e mi ha fissato l’appuntamento per quella visita».

Un chiaro esempio di una prassi non scritta secondo la quale l’ospedale pubblico cerca di dare la precedenza ai residenti del suo territorio per rispettare le tempistiche. «E più si allunga la fila, più le persone sono costrette a rivolgersi ai privati — afferma il vicepresidente della Provincia, Guglielmo Brusco, interpellato da Boschini sulla situazione — questo è il motivo per cui dobbiamo difendere l’ospedale di Trecenta: non è così scontato che al bisogno i cittadini altopolesani siano accolti in ospedali fuori provincia». D’altra parte, l’indebolimento del San Luca, in alcuni casi, costringe le persone a rivolgersi altrove. E’ il caso di un’anziana signora di Bergantino che, qualche settimana fa, per una visita oculistica urgente ha dovuto farsi accompagnare il tre ospedali: Trecenta, Pieve di Coriano e Legnago, l’unico, alla fine, attrezzato per il pronto soccorso oculistico.