Rovigo, 29 ottobre 2011 - Un operaio di 29 anni, di Cavarzere, aveva organizzato, in un casolare semidistrutto ad Ariano Polesine, un laboratorio ben attrezzato, dove dedicarsi alla coltivazione di marijuana. Ottimizzando gli spazi e organizzando il lavoro con metodo ‘fordista’ aveva diviso ogni settore produttivo in stanze diverse, così che la droga venisse prodotta, in modo ordinato, quasi in una piccola catena di montaggio. Nel casolare abbandonato in frazione di Rivà aveva montato due serre, attrezzate di tutto punto, un essiccatoio ed un laboratorio per il confezionamento della droga.

 Peccato che l’odore della marijuana, che usciva da un tubo di aerazione che sfogava sopra un tetto dello stabile diroccato fosse così intenso da attirare l’attenzione dei carabinieri della Compagnia di Adria, guidata dal capitano Riccardo Marchi. Che decidevano di perquisire tutto il casolare. Al piano terra trovavano dunque le due serre, costruite in legno e schermate con la stagnola: dentro a questi ambienti, al calore di lampade idonee, venivano fatte crescere le piante, appena seminate, fino all’altezza di 40 centimenti. Poi, questa la ricostruzione degli investigatori dell’Arma, le piante venivano spostate dal coltivatore in terra, in terreni vicino all’argine del Po, dove per abbondanza d’acqua e umidità la crescita, in estate, poteva proseguire rigogliosa. 
 

Una volta arrivate ad un metro e fiorite, le piante venivano raccolte e messe nell’essiccatoio, stese con pazienza una ad una per favorire il processo. Alcune parti, forse le infiorescenze più pregiate, il cavarzerano le portava addirittura nel garage della casa dove abitava, sempre allo scopo di favorire l’essiccazione. Al termine delle perquisizioni i carabinieri trovavano 23 chili circa di marijuana, 38 piante di canapa indiana in essiccazione, e 16 piante lungo l’area golenale sinistra del Po di Goro vicino al casolare. Secondo i militari dell’Arma lo stupefacente sarebbe a breve arrivato sul mercato per rifornire il basso Polesine e le zone vicine del Veneziano e Ferrarese. E’ stato dunque arrestato, per il reato di produzione e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, Michele Bergamin, di anni 29, operaio edile, l’uomo è stato portato al carcere di Rovigo a disposizione dell’autorità giudiziaria.