Rovigo, 18 novembre 2011 - Era stata trovata lo scorso 2 ottobre in un fondo agricolo in via Livellazza, a Trecenta. Una bomba dell’ultima guerra mondiale: lunga 40 centimentri e del diametro di dieci. Ma, ad un mese di distanza, è sparita nel nulla.


In discreto stato di conservazione, l’ordigno era riaffiorato mentre il proprietario del fondo agricolo stava lavorando il terreno. Era coperta da qualche metro di terra e aveva ‘dormito’ sotto quella coltre per anni e anni. Immediata la telefonata del proprietario del fondo ai carabinieri per chiedere aiuto.
Come accade in questi casi si è attivata una procedura standard. La zona è stata transennata e messa in sicurezza in attesa dell’intervento di bonifica. Nessuno avrebbe potuto più transitare con alcun mezzo in quel campo, né avvicinarsi all’ordigno che, seppure è rimasto, ‘in sonno’ per tanti anni, avrebbe comunque potuto rivelarsi improvvisamente pericoloso.
Poi i carabinieri, come prevede la procedura, avranno avvisato sia il Comune di Trecenta, nella persona del sindaco, sia la Prefettura. A questo punto, di concerto tra i vari enti locali, di Governo, genio Militare e forze dell’ordine, è partito il programma di sminamento del residuato bellico dopo un summit fra tutti gli attori istituzionali, sempre come previsto dai regolamenti.


Lo sminamento era previsto per il 17 ottobre. A bonificare l’area, facendo brillare la bomba, sono arrivati i guastatori dell’ottavo reggiimento della Folgore di Legnago, specializzati in questo tipo di interventi. Più volte gli artificieri dei paracadutisti sono venuti nella nostra provincia a sminare ordigni anche più grandi di quello di Trecenta. L’ultimo intervento, a Santa Maria Maddalena, aveva addirittura richiesto lo spostamento dalle case di oltre trecento persone. In questo caso tutto si sarebbe dovuto svolgere in modo ben più veloce: la bomba, di dimensioni relativamente piccole, era già in un campo e lontano dall’abitato. Spostarla e farla brillare per gli esperti della Folgore avrebbe dovuto essere agevole.
 

Ma un imprevisto ha blocccato tutto. Secondo le procedure, in occasione dello sminamento di una bomba, è necessaria la presenza di un medico. Per prevenire qualunque eventuale emergenza. Ma, ecco l’imprevisto, quel 17 ottobre l’ambulanza del Suem è arrivata sul posto, sì, ma senza il medico. A quanto pare perché non si sapeva bene chi dovesse pagarlo. Risultato: tutto rinviato a data da destinarsi. L’apparato messo in allarme, dai militari, alle forze dell’ordine, all’ambulanza, tutti sono tornati alla destinazione di partenza.
Il 12 novembre il colpo di scena: ai carabinieri di Trecenta viene denunciato il furto dell’ordigno ad opera di ignoti.