Rovigo, 22 giugno 2012 -  Nuovo scandalo sessuale nella Chiesa. Il Vaticano, nell'organo del Pontificio Consiglio per i laici, ha rimosso dal suo incarico il 73enne padre Luigi Prandin, missionario e fondatore della comunita’ di Villaregia (Rovigo). Il religioso è accusato di ‘’gravi atti immorali nei confronti di alcune missionarie’’, avvenuti in passato. Il sospetto e’ che si tratti di abusi sessuali nei confronti di donne impegnate nelle missioni gestite dalla comunita’ polesana in Sud America.
 

Ma l'azione del Vaticano non si è conclusa con questo atto. Ad essere rimossa dal suo incarico è stata anche la co-fondatrice laica della comunita’, la 61enne Maria Luigia Corona. La donna lavora assieme a padre Luigi dal 1981. Secondo quanto trapela dal riserbo dei missionari, la donna sarebbe stata a conoscenza dei ‘’gravi atti immorali’’ imputati a Prandin, ma li avrebbe taciuti, per coprirlo. 

Il Vaticano ha nominato un commissario pontificio, il sacerdote canossiano Amedeo Cencini, che guidera’ nel periodo di transizione le 14 case della comunita’. Sette si trovano in Italia, altrettante all’estero, in Brasile, Peru’, Porto Rico, Messico, Costa d’Avorio, Mozambico. Villaregia, che a circa 600 componenti effettivi, conta nel mondo quasi mezzo milione di sostenitori.
 

Sui fatti contestati a padre Luigi, che da qualche giorno e’ irreperibile, si sa molto poco. In un comunicato fornito ieri al quotidiano ‘Il Gazzettino’, la Comunita’ polesana precisa: ‘’in seguito ad un’indagine approfondita del Pontificio consiglio per i laici sull’operato dei fondatori, e’ stata decisa la rimozione di padre Prandin e di Maria Luigia Corona da presidente, e la loro dimissione dalla Comunita’ a motivo di gravi comportamenti immorali di padre Luigi nei confronti di alcune missionarie maggiorenni, avvenuti in passato, di cui la fondatrice era a conoscenza’’. Poi i missionari si sono chiusi nel riserbo. ‘’Viviamo nella sofferenza - ha detto uno di loro - ma nulla e’ cambiato nella vita giornaliera. Alla fine emergera’ la verita’, speriamo che i calunniatori si pentano’’.