Rovigo, 2 agosto 2012 - DOMANI l’Accademia dei Concordi chiude per ferie, ma corre il rischio di non riaprire più i battenti, con concrete possibilità di licenziamento per i sette dipendenti fissi e per i quattro a termine. Alla base della decisone, che potrebbe essere presa dal direttivo e dal consiglio di amministrazione, che si riuniranno domani, e dall’assemblea dei soci (in programma il 9), ci sarebbe una richiesta da parte del Comune di Rovigo di restituzione di ben 100mila euro che, secondo gli amministratori locali, l’Accademia avrebbe incassato dalla Regione e avrebbe dovuto girare alla ragioneria di palazzo Nodari.

 

«L’Accademia — spiega il professor Luigi Costato, presidente dell’Accademia dal 2004 — è un ente privato che svolge attività di biblioteca, sulla base di una convenzione con il Comune stipulata ai primi del 1800 ed in virtù della quale gli amministratori locali si impegnavano in cambio di pagare tutti i costi del servizio. Convenzione che negli anni ha subito logici aggiornamenti, ultimo quello fatto dall’onorevole Romanato, in qualità di presidente dell’ente, e dall’allora sindaco Zorzato».

 

In quell’occasione, ama ricordare Costato, l’Accademia donò al Comune il 50% dei quadri di proprietà dell’ente (del valore di circa 30 milioni di euro), mentre dall’altra parte si garantiva il pagamento del 50% delle spese per il funzionamento della biblioteca e della pinacoteca e l’intero compenso del direttore. Figura, questa, che non è mai gravata come costo sulle casse comunali, in quanto Costato stesso ed il professor Ennio Raimondi, non hanno mai indetto il bando di concorso, arrangiandosi e dividendosi i compiti. Da allora i bilanci sono sempre stati approvati all’unanimità dal Cda, che era composto da 4 consiglieri comunali, 2 della Provincia e 4 dell’Accademia. Sempre prima della discussione in Comune del bilancio preventivo.

 

La somma corrispondente negli anni è quasi sempre arrivata, salvo qualche difficoltà che ha indotto l’Accademia, con anche i consiglieri comunali concordi, a trattenere quei famosi 100mila euro della Regione, come parziale recupero del credito (500mila euro) che l’ente vanta nei confronti di palazzo Nodari. La richiesta di restituzione ha messo in difficoltà i dirigenti dell’Accademia, tanto da indurli a prendere la drastica decisione: «Non è pensabile — ribadisce Costato — che si possa svolgere il servizio con soli 50mila euro. A Ferrara il Comune per la biblioteca Ariostea spende più di un milione. Lo scorso anno abbiamo fatto quadrare i conti grazie alla generosa sponsorizzazione della FemiCz. Quest’anno non si può».

 

Quindi, a meno di novità importanti, il 27 di agosto le porte dell’Accademia in piazza Vittorio Emanuele potrebbero non riaprire, lo testimonia un mesto cartello con scritto: «Chiuso perché il Comune non ci ha sostenuto».
 

Umberto Nalio