Rovigo, 14 dicembre 2012 - UNA macchina dagli ingranaggi perfetti, o quasi. Dalla Cina facevano arrivare decine di persone fornendo loro falsi contratti d’affitto e di lavoro, necessari però a ottenere il permesso di soggiorno. Poi alcune di queste venivano avviate alla prostituzione, in una serie di centri massaggi aperti proprio con i proventi generati da questa tratta di esseri umani. E’ l’ipotesi che ha spinto la procura di Venezia a emettere nove custodie cautelari in carcere, due arresti domiciliari e tre divieti di dimora nei confronti di altrettante persone sparse tra le province di Rovigo, Venezia e Treviso. A questi si aggiungono anche una serie di sequestri (appartamenti, negozi, un hotel, auto di lusso e conti correnti) per circa 20 milioni di euro, tra cui il centro massaggi 518 di Pettorazza Grimani, in via Roma 16.
 

IL BLITZ delle fiamme gialle del Gioco di Venezia, coordinato dalla direzione distrettuale antimafia lagunare, è andato in scena mercoledì notte, impiegando circa 450 finanzieri in tutto il Veneto. L’indagine, partita a settembre 2011, ha portato la finanza fino alla porta del centro massaggi di Pettorazza. E là è stata arrestata per sfruttamento della prostituzione Chen Yueer, 28 anni di origine cinese ma residente a Cavarzere. La donna, ora alla Giudecca, è accusata di gestire in realtà una casa chiusa dietro la facciata del centro massaggi. Un centro dove lavora una decina di ragazze e che, nel listino, offre tra le prestazioni un ammiccante ‘massaggio svuotante’.
 

IL CENTRO massaggi però è solo uno dei tanti sequestri messi in atto dalla procura veneziana che in un sol giorno ne ha chiusi altri quattro: uno a Cavarzere e tre a Mestre. Secondo gli inquirenti, nonostante Chen Yueer gestisse di fatto l’attività a Pettorazza, l’impresa sarebbe riconducibile a Luca Pan Keke, un cinese di 36 anni di Mestre ribattezzato ‘il re di via Piave’. Per la procura, negli anni Pan Keke è riuscito a impadronirsi di intere zone di alcune città venete. Ingenti investimenti immobiliari e commerciali resi possibli grazie ai proventi illeciti del meccanismo consolidato.

Per far sì che tutti ottenessero il permesso di soggiorno, secondo l’accusa, il gruppo si avvaleva dell’appoggio di Francesco Frigato, 36enne di Cavarzere titolare dell’agenzia immobiliare Excelsior. Frigato avrebbe avuto il ruolo di procacciare contratti d’affitto fittizi, cercando proprietari d’immobili compiacenti che intascavano somme dai tre ai cinquemila euro a seconda della durata dei contratti e del numero di persone ospiti. Per lui l’accusa è di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ed è stato rinchiuso nel carcere di Viterbo, in isolamento. Invece per quattro polesani che avevano concesso l’uso dei propri appartamenti a questo scopo nei comuni di Pettorazza, Adria, San Martino di Venezze e Rosolina Mare è scattata la denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Altre 27 persone, tutte residenti a Cavarzere, sono state denunciate per la stessa ipotesi. In vari carceri lungo la penisola si trovano anche Barbara Chinellato di Mestre (è a Rebibbia) che aveva la licenza per poter aprire centri estetici, il commercialista Maurizio Pasini di San Donà di Piave (Civitavecchia), Wang Kongcha (Padova), Zhang Aying (Giudecca), Li Lian Qin (Vigevano) e Wu Jiasheng (Vigevano).
 

Cristina Degliesposti