Rovigo, 22 aprile 2013 - UNA ‘COLPA’ l’ha avuta: cedere a quella collega d’ufficio. Ma l’ha pagata cara, perché prima il fidanzato tradito, poi lei gli hanno piantato una grana giudiziaria dietro l’altra. L’ultima è quella che lo vede accusato di violenza sessuale, estorsione, rapina, violenze e lesioni. Accuse dalle quali il 22 febbraio, difeso dall’avvocato Sofia Tiengo, in udienza preliminare con l’abbreviato, è finito assolto perché il fatto non sussiste.

Il protagonista di questa vicenda è un rodigino di 32 anni che, nel 2010, ebbe una relazione durata tre mesi e mezzo con una collega d’ufficio più giovane (C. Z., 25 anni). La ragazza all’epoca era fidanzata con A. A., un rodigino di 30 anni che, scoperta la relazione tra i due, ha iniziato a perseguitare il rivale. Un accanimento che si è tradotto più volte nel danneggiargli la macchina e le vetrate dell’abitazione, minacce e appostamenti. Tutti episodi (sei) finiti denunciati dal 32enne e da suo padre. La coppia di fidanzati è stata rinviata a giudizio per stalking (il processo è ancora pendente), ma nel frattempo, a gennaio 2011 e dopo le sue denunce, lei lo ha querelato.

Secondo la ricostruzione della ragazza, nel dicembre 2009 era stata stuprata dal collega sotto la minaccia di un coltello puntato alla gola. Poi, in più occasioni, nel motel di Canaro usato per i loro incontri d’amore, costretta a consegnargli centinaia di euro, pena la vita dei suoi familiari.
 

ACCUSE che invece in udienza si sono sgretolate sotto l’evidenza della relazione. Sono stati 1.023 gli sms d’amore inviati dalla donna al collega proprio nel periodo in cui avrebbero dovuto consumarsi gli stupri e le violenze. La relazione poi è stata confermata anche da altre colleghe dell’azienda e il 32enne è finito assolto.
 

c. d.