Rovigo, 21 maggio 2013 - IL GIORNO dello sfratto è arrivato e ha perso la testa. Di fronte all’ufficiale giudiziario che doveva sbatterlo fuori di casa e agli agenti della questura che tentavano di farlo ragionare non ci ha visto più. Dopo ore di trattativa, come gesto estremo, ha aperto la finestra del bagno e fatto come per gettarsi di sotto. A prenderlo, in tempo, sono stati il dirigente dell’ufficio prevenzione generale della questura, Filiberto Fracchiolla e un altro agente, ferendosi anche loro nella concitazione del momento (hanno una prognosi di 10 giorni).

Michelangelo Misso, 44 anni e la madre Silvana Salemme, 62 hanno passato questa notte in un bed and breakfast della città e stamattina incontreranno i funzionari comunali per capire come risolvere la loro situazione. Ma in quella casa in via Sichirollo 61, di sicuro, non torneranno più. Il tribunale ha accordato lo sfratto esecutivo per morosità, la serratura è già stata cambiata e le loro cose le potranno recuperare più avanti, guardati a vista. Misso guadagna 400 euro al mese come autista di scuolabus, lavorando 13 ore a settimana e con un contratto fino all’8 giugno. L’appartamento di via Sichirollo gli costava però 350 euro al mese più le spese e dal settembre 2012 non è più riuscito a pagare l’affitto. La disoccupazione (900 euro circa) legata al suo precedente contratto da autotrasportatore l’ha percepita per otto mesi, fino a giugno 2012. Da settembre non è più riuscito a pagare l’affitto.
 

L’ODISSEA è iniziata ieri mattina alle 9, nel giorno previsto per lo sfratto. Misso e sua madre — che non ha mai lavorato e che nell’ultimo era ospite dal figlio perché senza casa — non ne hanno voluto saperne di andarsene. A entrambi, anche ieri mattina, è stata offerta la soluzione che il Comune aveva proposto loro già diverso tempo fa: alloggio al bed and breakfast con 100 euro di contributo mensile a testa. Perché di case Ater libere, adesso, non ce ne sono. Ma il confronto con l’avvocato, l’ufficiale giudiziario e gli agenti si anima fino a che Misso non si barrica in casa. Arrivano tre auto della polizia, l’ambulanza e le urla della donna si sentono in tutto il vicinato. Il dirigente dell’Upg è riuscito a entrare e a tranquillizzarlo, fino al tentativo di gesto estremo, sventato con non pochi problemi, passate le 11. «Volevo attirare attenzione, sono disperato — commenta in serata Misso, dopo essere stato all’ospedale su invito della polizia —. Il cane me l’hanno portato al canile e non abbiamo potuto nemmeno prendere le nostre cose. Io i soldi per pagare il bed and breakfast non li ho, tra l’altro vogliono 500 euro di anticipo e 350 al mese di canone. Le case Ater in città ci sono, ce ne sono ovunque, le ho viste».
c. d.