Rovigo, 10 gennaio 2014 - Ecco la lettera dei dipendenti della centrale di Porto Tolle.

"Ormai il dato è certo, secondo i dipendenti Enel con sede di lavoro nella Centrale di Porto Tolle. In questi anni, durante l’attesa di una possibile riconversione dell’impianto, con accordi sindacali, parte delle risorse, un centinaio circa, erano impegnate in trasferta verso altre centrali. Questo  per non perdere le professionalità maturate durante il funzionamento della centrale.

Di pochi giorni fa la notizia che 50 di questi  saranno trasferiti definitivamente in altre sedi. Questa manovra è la prova definitiva che l’azienda non crede più nelle professionalità e per conseguenza in questo progetto. Non è altro che l’epilogo di una vicenda che ormai dura da troppi anni e che porterà alla chiusura definitiva dell’impianto. Sarà l’ennesima occasione persa per il nostro territorio di creare posti di lavoro per la nostra gente, proprio  quando ce ne sarebbe più bisogno e mentre i giornali titolano 'La disoccupazione giovanile ha toccato il livello massimo dopo il 77”, “Letta incontrerà Renzi per discutere di lavoro”, “i sindacati lanciano l’allarme, il record negativo della disoccupazione non sarà l’ultimo'.

Per i lavoratori Enel, si potrà dire che anche se lontani dalla famiglia, dagli affetti dalla loro terra almeno un lavoro ce l’avranno. Ma dei lavoratori dell’indotto, meno privilegiati  che difficilmente avranno l’opportunità di un trasferimento, pur avendo anche loro una famiglia da mantenere, che ne sarà?

II tutto nella totale indifferenza della politica, infatti a distanza di mesi, nessuna risposta ancora del ministro Orlando alle interpellanze parlamentari fatte sul destino della Centrale. Il governo del fare che non sa neppure rispondere o che non vuol rispondere per reggere il gioco dell’ENEL, non è altro che lo specchio dell’incapacità di chi ci governa che non riesce a dare un minimo di credibilità a questo paese ormai nel tunnel della crisi, che non riesce a vedere ancora la luce aldilà dei soliti proclami politici con parole buttate al vento.

Facciamo ancora una volta appello alla politica locale che non si fermi ad una semplice promessa del ministro a venire nel territorio per spiegare, la sua visita deve essere propedeutica ad azioni mirate per dare le risposte che da troppo tempo si attendono".