Rovigo, 30 gennaio 2014 - L’AVREBBE circuita facendole credere di essere innamorato di lei. Poi, una sera, nei primi giorni di gennaio del 2013, avrebbe abusato di quella ragazzina in un bagno del cinema Cinergia. L’avrebbe costretta ad avere un rapporto sessuale con lui, mentre lei tra le lacrime gli chiedeva di smetterla. Lei, però, non aveva nemmeno 14 anni e lui ben 10 più di lei. Per questo, pesante (se confermato) episodio, ieri il giudice per l’udienza preliminare Carlo Negri ha rinviato a giudizio un rodigino di 24 anni. Il 10 aprile si aprirà il processo a suo carico che dovrà rispondere dell’accusa di violenza sessuale sua una minore, ma anche di violenza privata. La vicenda è complessa e ad aggravare la posizione del ragazzo anche un altro episodio, che vedrebbe come parte offesa un’altra quattrodicenne. In quel caso, a incriminarlo, sarebbe un bacio strappato con violenza, palpeggiandola, senza che lei volesse.

A quanto si apprende della delicata vicenda, le due adolescenti farebbero parte della stessa comitiva, per un periodo frequentata anche dal rodigino. «Ha creato un vero e proprio clima di terrore nella mia assistita — commenta il legale della ragazzina violentata, Pierluigi Rando —, tanto che a un certo punto lei è crollata, raccontando tutto a un’amica e questa le ha consigliato di riferire tutto ai genitori». Da qui alla denuncia il passo è stato breve. Secondo l’avvocato della parte offesa («ci costituiremo parte civile il 10 aprile», dice Rando), la frequentazione tra i due è durata un paio di mesi, ma non potrebbe essere definita come una relazione sentimentale. Troppo piccola lei e troppi i tentativi di volerlo allontare andati a vuoto, tanto che il 24enne è imputato anche per violenza privata. Parallelamente al procedimento per violenza sessuale, da quella denuncia della ragazzina era nata anche un’indagine per stalking che sarebbe ancora aperta. Diversa invece la versione della difesa, affidata al legale Giulia Gianese, secondo la quale tra i due c’era un legame, una relazione. «I fatti sono grandemente da riqualificare e ridimensionare», si limita a commentare.

STANDO alle prime informazioni, nell’indagine non sarebbero entrati certificati comprovanti visite specialistiche a seguito di violenze sessuali. L’episodio contestato, comunque, il più grave, rimane uno solo. Fino a oggi non sono stati fatti incidenti probatori e le due parti offese, minorenni, non sono mai state sentite. Il rapporto sessuale consumato nel bagno e il bacio strappato all’altra giovane sarebbero avvenuti a due mesi di distanza l’uno dall’altro. Il processo che si aprirà ad aprile sarà di fronte a un collegio di giudici e verranno chiamati testimoni a deporre sui legami che all’epoca c’erano tra l’imputato e le due minorenni.

Cristina Degliesposti