Rovigo, 14 marzo 2014 - Il Veneto è pronto ad accogliere una decina di feriti degli scontri di Piazza Maidan. Lo conferma Marco Toson, Console onorario dell’Ucraina per le Tre Venezie: «Sono già una decina gli ucraini ospitati negli ospedali del Trentino Alto Adige e altrettanti saranno a breve accolti in Veneto. Nelle scorse ore abbiamo avuto la disponibilità della Regione, pronta a mettere a disposizione le sue strutture» afferma Toson, che con il Consolato, che ha sede a Capriccio di Vigonza, fa da riferimento per i circa ventimila ucraini presenti nel Triveneto.

«A seguito degli scontri di Kiev sono più di 600 i feriti che hanno bisogno di essere curati e il nostro territorio è pronto a fare la sua parte. Sono persone che hanno riportato ferite da arma da fuoco, fratture, danni all’udito e alla vista» continua Toson, già vicepresidente di Confapi Padova. «E’ nostro dovere accoglierli, come ci ha chiesto anche l’Ambasciatore della Repubblica Ucraina in Italia Yevhen Perelygin, esortando il nostro Paese e l’Unione Europea a prendere posizione più concretamente nei confronti della Russia e, se possibile, a farlo subito, prima del 16 marzo, data in cui sotto i fucili russi si svolgerà il referendum sull’adesione della Crimea ucraina».

Proprio in queste ore il Consolato è impegnato a dare massima risonanza alla lettera aperta scritta dall’Ambasciatore Perelygin, dall’intestazione significativa: “La Crimea ucraina, la polveriera sotto le fondamenta della sicurezza europea”. «Sono riconoscente ai dirigenti del MAE e del Governo della Repubblica Italiana per i segnali chiari in merito alla necessità di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, avuti negli ultimi giorni. Tuttavia la situazione in Ucraina continua ad aggravarsi e le molteplici dichiarazioni dell’UE, degli USA e della Cina sulla necessità di rispettare la sovranità dell’Ucraina sembrano essere non sufficienti. Soprattutto è evidente che non vengono più prese in considerazione da parte della Russia, che continua a organizzare i suoi piani di aggressione» si legge nel testo.

«L’Europa dovrebbe rendersi conto che un ulteriore sviluppo dell’aggressione russa molto presto provocherà il sorgere di un focolaio del conflitto e causerà una forte instabilità ai confini orientali dell’UE. L’occupazione russa della Crimea ucraina è praticamente il confine dietro il quale c’è l’ordine mondiale, basato non sul diritto del più forte, ma sull’illegalità. Probabilmente l’Occidente non l’ha ancora capito bene. Ma molto presto lo capirà (…). Nessuno esorta l’Italia a rivedere e a fermare subito i suoi legami tradizionali con la Russia. Tuttavia è proprio negli interessi dello sviluppo di un dialogo reciprocamente vantaggioso tra l’Europa e la Russia, per la garanzia della pace e della sicurezza del continente europeo, che diventa necessario convincere Mosca a fermarsi e a sedersi a un tavolo di negoziati con l’Ucraina, utilizzando anche una serie di misure preventive».