Rovigo, 11 aprile 2014 - ERANO CIRCA LE SETTE quando dall’impianto di compostaggio di Ecogest, in via Calatafimi, si è alzato un denso fumo nero che ha fatto vivere attimi di preoccupazione a tutti i residenti della zona. Si trattava infatti di un incendio divampato nella parte esterna dell’impianto di smistamento rifiuti, ma che fortunatamente non ha provocato danni a cose o persone, spento prontamente dai vigili del fuoco di Rovigo. E pare che a causarlo sia stato qualcuno che, irresponsabilmente, abbia gettato nei rifiuti umidi un razzo di segnalazione di tipo nautico, una sorta di fuoco artificiale per segnalare la propria posizione in mare aperto.

A dare l’allarme per primi gli stessi dipendenti di Ecogest, che stavano effettuando il turno, non appena hanno avvistato del fumo salire verso il cielo dall’impianto di compostaggio. «Un focolaio circoscritto a pochi metri cubi di materiale — fa sapere Ecogest —, in una delle corsie per la produzione di biostabilizzato, all’interno del separatore di Sarzano. Il prodotto non ha originato fiamme libere e non si sono registrati danni a cose o persone».

Sul posto sono accorsi i vigili del fuoco e verso mezzogiorno hanno spento l’incendio e messo in sicurezza l’area. Secondo le prime ipotesi, l’innesco è stato provocato spontaneamente, per auto combustione. Probabilmente qualcosa all’interno del rifiuto umido ha innescato la combustione, trovandosi a contatto con temperature che nel processo di biostabilizzazione possono raggiungere i 65 gradi.

«Sono state seguite tutte le operazioni previste per la messa in sicurezza — prosegue Ecogest —, che hanno coinvolto il responsabile impianti e logistica di Ecoambiente, Enrico Villani, e il responsabile di gestione del sito di Sarzano, Andrea Santi, insieme a tre unità dei vigili del fuoco e a tre unità Arpav per il monitoraggio ambientale».

I tecnici dell’Arpav, infatti, si sono subito preoccupati di monitorare la qualità dell’aria per scongiurare il rilascio di sostanze tossiche: «Durante il sopralluogo, il monitoraggio Arpav ha escluso concentrazioni apprezzabili dei parametri di emissioni in atmosfera misurati» conclude Ecogest. E sul verbale dell’Arpav si legge: «Sul posto, la squadra Arpav ha verificato che il principio di combustione si è sviluppato nel reparto di biostabilizzazione, probabilmente causato dall’innesco di un razzo di segnalazione del tipo nautico finito nella vasca.

Durante il sopralluogo i tecnici Arpav hanno controllato attraverso fiale rilevatrici alcuni inquinanti, tra i quali l’ammoniaca, il cloruro di vinile, il monossido di azoto. Il monitoraggio però non ha rilevato concentrazioni apprezzabili per nessuno degli inquinanti. E’ stato richiesto ai tecnici dell’impianto di effettuare il campionamento del materiale del biofiltro per le verifiche di alcuni parametri funzionali, quali il ph e l’umidità». Sul posto è intervenuta anche una pattuglia della polizia.

Caterina Zanirato